Ravenna. Fedi di credito antiche in vendita online, collezionista scagionato

Ravenna
  • 09 novembre 2025

Anche la Gioconda, un secolo fa, finì sul mercato nero dell’arte, dopo il furto che per due anni avvolse di mistero la scomparsa del capolavoro di Leonardo. Stavolta però, a Ravenna, la storia si è chiusa in modo ben diverso. Così come diverso è il valore del bene in questione: due fedi di credito del Banco di Napoli risalenti al XVIII e al XIX secolo. Due documenti storici, tutelati come tanti altri custoditi dall’Archivio Storico del Banco di Napoli, riconosciuto come patrimonio Unesco. Li aveva in casa un 60enne ravennate, finito nei guai per ricettazione di patrimonio culturale, dopo averne messo in vendita uno online per appena 60 euro. Nei giorni scorsi è stato assolto dal giudice Roberta Bailetti.

L’episodio risale al 2021, quando i carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, nel corso di un’indagine nazionale su reperti e documenti storici venduti online, individuarono la sua inserzione. Scattò così una perquisizione durante la quale vennero sequestrate la fede di credito messa in vendita, datata 1753, e un’analoga del 1837. In seguito al sequestro il ravennate aveva ricevuto decreto penale di condanna a 3mila euro, al quale si è opposto, assistito dall’avvocato Andrea Valentinotti.

Nessuna prova di un furto né di alcun illecito. Questa la linea difensiva impostata durante la discussione. A supporto della tesi, l’avvocato ha chiamato un consulente tecnico esperto di storia bancaria, che ha prodotto cataloghi d’asta dove risultano regolarmente censite altre fedi di credito simili. L’esperto ha inoltre spiegato che, tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, le banche spesso mandavano al macero vecchi titoli e documenti per liberare gli archivi, e che alcuni pezzi venivano salvati o ceduti a enti come la Croce Rossa, senza alcuna violazione di legge.

Una ricostruzione ritenuta convincente dal giudice, che ha assolto l’imputato “perché il fatto non costituisce reato”, respingendo la richiesta di condanna a tre mesi di reclusione.

Per il 60enne ravennate, appassionato di curiosità storiche più che di affari, la vicenda si chiude così: nessun furto da romanzo, nessun colpo al patrimonio dell’umanità, “solo” carte antiche finito con la restituzione all’archivio del Banco di Napoli. FED.S.

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