Un lepidottero sta decimando le palme di parchi e giardini. Le piante ornamentali cadono sotto i colpi della Paysandisia Archon che è arrivata dal Sud America, in particolare da Argentina, Brasile e Uruguay. La farfalla delle palme produce danni molto seri, determinando anche la morte degli alberi attaccati. «Esistono trattamenti preventivi per salvare le piante - spiega Luca Copertino, dottore forestale -, ma è molto difficile debellare questo lepidottero».
Le sue vittime più illustri sono le palme, che a decine stanno morendo anche nel territorio di Ravenna. Ancora una volta si fanno i conti con specie aliene che trovano condizioni favorevoli per svilupparsi e proliferare. La dinamica assomiglia molto a quella della zanzara tigre o del granchio blu e non sarà facile arginare queste farfalle. Se in Italia produce serissimi danni sulle palme, la Paysandisia sembra essere ben più sotto controllo nei paesi di origine dove non sono mai stati segnalati problemi di danneggiamento al patrimonio forestale, poiché in questi ecosistemi, la specie vive in equilibrio con un certo numero di predatori e antagonisti naturali tra cui anche gli uccelli.
«La presenza del lepidottero si registra da qualche anno – commenta l’agronoma Valeria Mariani -. Le prime segnalazioni sulla costa romagnola, poi in città e recentemente, si sono registrati anche i primi casi nell’entroterra, nella zona di Russi. Significa che queste farfalle stanno guadagnando sempre più terreno, attaccando le palme che incontrano nei loro spostamenti. Il meccanismo è semplice; gli esemplari adulti di queste farfalle depongono le uova in cima alle palme, le larve poi si sviluppano rosicchiando le foglie più giovani e piano piano indeboliscono la pianta».
A sviluppo conseguito, il bruco assume dimensioni rilevanti, può raggiungere gli 80–90 millimetri di lunghezza e i 15 di diametro. Il bruco di colore chiaro si sviluppa nell’arco di 10-18 mesi, a seconda del periodo di deposizione delle uova, creando profonde gallerie all’interno dei tessuti della pianta ospite. I cunicoli, quindi l’entità dei danni, aumentano di diametro all’aumentare delle dimensioni della larva. I segnali di una palma vittima dell’insetto sono le foglie gialle, secche e deformate. Inoltre, gli insetti producono abbondante materiale di scarto simile a segatura. «Colpisce piante che hanno un alto valore ornamentale, per lo più palme Phoenix - dice Mariani -. Esistono dei trattamenti che possono contrastare il lepidottero, ma sono costosi e richiedono spesso il ricorso alle piattaforme che consentono di raggiungere la cima della palma. C’è bisogno di molta acqua e il trattamento va ripetuto periodicamente ricorrendo ai nematodi, usati per la lotta biologica. Salvare le piante non è così semplice, per cui spesso i proprietari optano per l’abbattimento. I resti della palma devono poi essere bruciati per evitare che il parassita si diffonda ulteriormente».