Ravenna, faida tra vicine di casa: arrestata 2 volte in meno di 24 ore

Ravenna
  • 15 luglio 2025

Ha violato il divieto di avvicinamento alla donna che perseguita da circa un anno per due volte in un solo giorno, e per due volte è stata arrestata: è successo domenica a Porto Fuori, dove vive la 49enne di origini ucraine con cittadinanza italiana che già più volte è stata portata davanti al giudice per via della faida che la contrappone ad una vicina di casa. L’ultima volta era capitato solo una decina di giorni fa: in quell’occasione il giudice aveva confermato l’obbligo di tenersi alla larga dalla vicina e dal suo compagno, con contestuale divieto di comunicare con loro. Disposizioni, queste, contenute nell’ordinanza emessa dal gip Corrado Schiaretti nel marzo scorso.

Ma nella notte fra sabato e domenica, intorno alle 2.30, le telecamere poste davanti all’abitazione dei due hanno nuovamente ripreso la 49enne muoversi nei paraggi del cancello di ingresso, facendo scattare immediatamente la notifica sul cellulare della donna, collegato al sistema di videosorveglianza. Immediato l’intervento degli agenti della polizia di Stato, che hanno fermato la 49enne: quest’ultima è stata riportata nel proprio appartamento, in quanto gravata dalla misura degli arresti domiciliari.

Tuttavia, alcune ore dopo, il copione si è ripetuto: nel tardo pomeriggio di domenica, infatti, la donna ha nuovamente violato i divieti approssimandosi alla casa della vicina che, affacciatasi, è stata bersagliata da una serie di insulti e minacce. Questa volta a intervenire è stata una pattuglia del nucleo operativo radiomobile dei carabinieri: giunti sul posto, i militari dell’Arma hanno trovato la 49enne sulla ringhiera dell’abitazione e hanno immediatamente proceduto all’arresto. La donna è stata trattenuta per la notte in cella di sicurezza nella caserma di via Pertini e ieri mattina, tutelata dall’avvocato Francesco De Angelis, è stata portata per direttissima in tribunale davanti alla giudice Antonella Guidomei. Per lei la Procura, rappresentata in aula dal vice procuratore onorario Simona Bandini, ha chiesto la misura cautelare della custodia in carcere, considerata l’unica efficace per evitare che simili episodi possano ripetersi. La difesa ha invece chiesto che la donna venisse liberata, o in subordine una misura meno pesante, come gli arresti domiciliari, anticipando un’istanza di rito abbreviato sia per gli episodi della scorsa notte che per quelli di inizio mese. Un rito abbreviato che sarebbe condizionato allo svolgimento di una perizia psichiatrica per chiarire se la donna sia capace di intenedere e di volere. La giudice Guidomei, dopo aver convalidato gli arresti, ha invece ordinato la trasmissione degli atti al giudice per le indagini preliminari: sarà lui a valutare un eventuale aggravamento della misura cautelare in essere.

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