Ravenna, ennesimo infortunio. I sindacati: «Il lavoro edile in condizioni precarie, non può diventare una roulette russa»

Ravenna
  • 17 giugno 2025

RAVENNA. Stamattina a Ravenna un lavoratore è caduto da un ponteggio in un cantiere all’Istituto per Geometri, “riportando ferite molto gravi”. La caduta, riportano i sindacati, è avvenuta da un’altezza di oltre tre metri e in condizioni meteo avverse, in un giorno di pioggia. Il fatto è, dicono Feneal Uil, Fillea Cgil, Filca Cisl, che “non è un caso isolato, è un sistema malato”. Il lavoro in edilizia “non può trasformarsi in una roulette russa, dove chi resta in piedi si considera fortunato”, rincarano, chiedendo “ancora una volta che il prefetto di Ravenna Raffaele Ricciardi convochi con urgenza le organizzazioni sindacali, come da tempo richiesto, per affrontare insieme il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro”. Dopo questo nuovo incidente, “non possiamo limitarci a registrare il fatto, dobbiamo interrogarci sul contesto- sottolineano le sigle- il lavoro edile continua a essere svolto in condizioni precarie, con pressioni su tempi e costi che rischiano di compromettere la prevenzione”. L’edilizia, è l’analisi di Feneal Uil, Fillea Cgil, Filca Cisl, “oggi è una giungla di appalti e subappalti, dove la sicurezza è spesso sacrificata sull’altare dell’urgenza e del risparmio. E quando questi cantieri sono legati a fondi pubblici o al Pnrr, questo è ancora più inaccettabile. A maggior ragione in questi casi, pretendiamo che il rispetto delle norme sulla sicurezza sia verificato a ogni livello della filiera”, puntualizzano. Le cause precise dell’incidente di oggi, aggiungono, andranno verificate dagli organi competenti, ma “resta il fatto che una famiglia è in attesa di notizie, che un lavoratore è ferito e che è l’ennesimo episodio che si verifica nel settore edile e nella nostra provincia”.

Il cantiere, tra l’altro, era stato visitato dai responsabili della sicurezza territoriali (Rlst), proseguono i sindacati “e non erano emerse criticità evidenti. Eppure qualcosa non ha funzionato”. Insomma “serve una regia territoriale forte, condivisa, coordinata, che rimetta al centro il diritto alla vita e alla salute di chi lavora”.

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