Ravenna e il caso di “Striscia la notizia”, consulenti scagionati: “Non è truffa”. Querela tardiva di un cesenate
- 06 maggio 2025

Si sono fidati, consegnando cospicui risparmi a una società di consulenza finanziaria con contatti in Romania, dove - confidavano - i loro investimenti avrebbero dovuto lievitare. Aspetta, aspetta, e i frutti promessi non solo non si sono visti; pure le somme consegnate si sono volatilizzate. Caduta la fiducia è partita l’accusa di truffa nei confronti di due consulenti ravennati, un uomo e una donna rispettivamente di 78 e 59 anni. A fare loro visita, nell’aprile di un anno fa, era stata anche Striscia la Notizia. Contestualmente, a fronte delle querele, si era mossa la Procura, che tuttavia, al termine delle indagini, ha chiesto l’archiviazione per entrambi ritenendo che i fatti rientrino nel contesto di un contenzioso civilistico legato a un caso di inadempimento contrattuale. Una conclusione che tuttavia non ha soddisfatto uno degli investitori, che ieri, forte di una propria memoria, si è presentato davanti al giudice per le indagini preliminari Federica Lipovscek, chiedendo invano ulteriori indagini nella speranza di portare a processo i due consulenti.
Cifre versate ai consulenti
Al centro dell’inchiesta, come noto, uno studio di consulenza su paghe, redditi e 730. Avrebbe proposto a svariati risparmiatori investimenti in Romania prefigurando, nell’arco di una mensilità, un guadagno anche di trenta volte superiore rispetto alla cifra affidata. I consulenti avrebbero tirato in ballo il nome di un ulteriore collaboratore facente capo a una società trevigiana con contatti a Bucarest. Avrebbe seguito lui le pratiche. Una volta divenuti investitori all’estero i clienti avrebbero potuto fruire di straordinari profitti, fatti lievitare da poche decine di migliaia di euro a importi milionari.
Nel caso specifico di un architetto cesenate, il progetto sul quale intendeva far confluire i proventi dell’investimento riguardava un intervento urbanistico che prevedeva un investimento di quasi 7 milioni di euro. Stando a quanto pattuito con lo studio ravennate, avrebbe dovuto versare 20mila euro a titolo di fondo spese, oltre a un compenso del 10% allo stesso ufficio di consulenze e del 40% al partner in Romania, calcolati sul totale delle somme ricevute.
All’incontro, datato ormai all’inizio del 2018, era seguita una trasferta a Bucarest in compagnia di altri imprenditori, tutti guidati dai due consulenti. Avrebbero dovuto aprire società in Romania con tanto di conto corrente in istituti di credito locali e un ulteriore contratto con la società trevigiana per semplificare le operazioni di accredito. Tuttavia, trascorso il periodo concordato, al posto dei frutti promessi dell’intera operazione, si sarebbero sommati i rinvii, facendo salire invece le spese sostenute a circa 45mila euro. All’avvio di una procedura di negoziazione assistita - lamenta ancora l’imprenditore cesenate assistito dall’avvocato Silvia Bozzi del foro di Pisa - non sarebbe seguita alcuna adesione all’invito.
Caso archiviato
Il fascicolo per truffa aperto dal sostituto procuratore Stefano Stargiotti ha visto a inizio anno la conclusione delle indagini preliminari, portando il pm a chiedere l’archiviazione, non ravvisando gli estremi della truffa quanto piuttosto quelli per un contenzioso civile alla luce di un contratto non rispettato tra le parti. Ieri il gip ha chiuso definitivamente il fronte penale, ritenendo tardiva la querela sporta dalla parte offesa.