Ravenna, dottoressa accoglie ospite a casa e si ritrova senza gioielli per 12mila euro

Accolta in casa da una benestante dottoressa abituata ad aprire le proprie porte a Natale per beneficenza, ha sfruttato l’occasione per scoprire dove custodiva i gioielli. Da un giorno all’altro, infine, è sparita portandole via tutto. La stima del furto di cui deve rispondere una donna di 53 anni supera i 12mila euro, cifra che si traduce in una delle due aggravanti che le vengono contestate: quella del rilevante danno patrimoniale, oltre all’abuso dell’ospitalità offerta della vittima. Ma a rendere ancor più singolare il processo celebrato giovedì davanti al giudice monocratico Cecilia Calandra, sono le particolari circostanze che hanno reso possibile il furto.
L’annuncio su Facebook
è nato tutto nel dicembre del 2021, come ricordato in aula dalla vittima, medico 64enne residente in centro a Ravenna, costituitasi parte civile con l’avvocato Claudio Cardia. Era bastato un annuncio sulla pagina Facebook “Sei di Ravenna se...2.0”: «Volevo organizzare una cena di beneficenza per Natale in favore di persone sole o in difficoltà - ha esordito la dottoressa -. Avevo già ricevuto molti like quando mi contattò al telefono questa signora. Alla fine non venne alla cena, ma mi ricontattò nel febbraio successivo. Mi chiese aiuto, raccontandomi che era stata sfrattata dalle case popolari, che era costretta a vivere in cantina e che la figlia era stata affidata al padre».
La lista delle “sventure” proseguiva: «Mi disse che lei e la figlia avevano contratto il covid, così feci 300 euro di spesa per loro e gliela consegnai passandole dalla porta anche 80 euro. A fine maggio le feci anche un bonifico». Nessuna di queste circostanze figura nel capo d’imputazione, trattandosi di donazioni decise in buonafede dalla dottoressa. Fino a quando gli atti di generosità l’hanno portata a preparare la stanza degli ospiti per la donna.
Gli accordi e l’addio silenzioso
Era inizio estate. «La aiutai a fare il trasloco con la mia auto», ha continuato la dottoressa. Avevano pattuito che nel periodo dell’ospitalità «lei avrebbe fatto le pulizie e avrebbe cercato un lavoro». Le settimane sono trascorse fino al 24 agosto. La padrona di casa avrebbe fatto il turno la mattina seguente in ospedale. «Ricordo che lei me lo chiese la sera prima. Al mio ritorno mi accorsi che il portone non era chiuso e vidi la sua chiave sul mobile. La sua stanza era completamente vuota, ma lei non mi aveva detto che se ne sarebbe andata. D’istinto, mi è venuto da controllare nel cassetto in camera da letto».
Gioielli spariti
In uno dei cassetti del mobile, «un settimino», c’era un portagioie con i gioielli di una vita. Una collana e un braccialetto di perle con chiusure in oro bianco, una veretta in diamanti in oro bianco, un anello d’oro con zaffiro, un altro anello antico con un brillante al centro, una corona di brillantini, tre paia di orecchini d’oro, fra brillanti, perle ed esemplari antichi in oro 18K. Infine due orologi, pure quelli d’oro, da collezione. Valore complessivo 12mila euro. «Erano i gioielli che mi ricordavano le persone importanti della mia vita che non ci sono più». Quelli, ha ribadito la teste rispondendo alle domande del vice procuratore onorario Annalisa Folli, che l’imputata le vedeva sfilarsi ogni sera per riporli nel loro posto. E la vicina, «l’aveva vista uscire con delle sportine».
L’imputata, finita a giudizio e difesa dagli avvocati Carlo e Carlotta Benini, avrà modo di spiegare davanti al giudice le ragioni che l’hanno portata a fare le valigie da un giorno all’altro, per sparire - così come i gioielli - senza nemmeno un “grazie”.