Ravenna, crollo della diga di San Bartolo: Inail parte civile

RAVENNA - Anche l’Inail sarà parte civile nel processo per il crollo della diga di San Bartolo avvenuto il 25 ottobre del 2018, nel quale morì il dipendente della Protezione civile Danilo Zavatta: il 52enne stava facendo un sopralluogo nell’area, chiusa poco prima per via di una serie di movimenti franosi lungo il fiume Ronco. Il legale dell’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro, l’avvocato Gianluca Mancini, si è presentato ieri mattina in tribunale a Ravenna nella prima udienza davanti al giudice monocratico Cosimo Pedullà per presentare la domanda di costituzione di parte civile, «da estendere anche nei confronti dei responsabili civili», tra cui figurano la Regione Emilia-Romagna e l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile: un colpo di scena a cui le difese (nove gli imputati a vario titolo, cinque i responsabili civili già precedentemente chiamati in causa) non erano preparate.
E infatti tutti i legali hanno avanzato diverse eccezioni, chiedendo al giudice di non accogliere l’istanza dell’Inail per questioni sia formali che di merito, a cominciare da un asserito «difetto di legittimazione attiva» che scaturirebbe dall’assenza di rapporti di lavoro diretto tra Zavatta e gli imputati. L’ordinanza del giudice è arrivata dopo quasi due ore di camera di consiglio: eccezioni rigettate e Inail ammessa tra le parti civili, tra le quali già figuravano la moglie, la figlia e i genitori di Zavatta (tutelati dall’avvocato Carlo Benini), la società agricola Sag (con l’avvocata Carlotta Benini) e l’Associazione italiana esposti sostanze cancerogene e infortunati sul lavoro (assistita dall’avvocata Federica Mariani). A sostenere l’accusa è il sostituto procuratore Lucrezia Ciriello.
L'articolo completo sul Corriere Romagna oggi in edicola