Ravenna, corteo animalista contro l'abbattimento dei daini

Ravenna

RAVENNA - Non è vero che i daini di Classe e Lido Volano rappresentino un pericolo per automobilisti e agricoltori: a sostenerlo, «dati della Regione alla mano», sono le associazioni ambientaliste Italia Nostra, Clama, Oipa e A4, che ieri mattina hanno organizzato un corteo da Piazza Sighinolfi a Piazza del Popolo, fermandosi con cartelli e megafoni davanti alla Prefettura per chiedere di «lasciare i daini nella pineta, dove l’equilibrio numerico è assicurato dalla presenza dei lupi ultimamente comparsi» e di «non dare il via ad operazioni di spostamento verso distretti di caccia ed allevamenti da carne, come previsto dalla delibera regionale n.140». Insomma, ai fucili gli ambientalisti preferiscono metodi ecologici, come ad esempio i dissuasori sonori e luminosi: «Nelle zone dove sono stati installati – spiegano – gli incidenti causati da fauna selvatica si sono praticamente azzerati». I dati forniti in merito dalla Regione vengono così presentati dagli attivisti: «L’incidenza percentuale con coinvolgimento di animali selvatici è veramente esigua sulla base dei dati Istat degli ultimi cinque anni, che evidenziano numeri variabili tra lo 0,17% e lo 0,23% sul totale annuo nella regione Emilia-Romagna, tanto che non si è ritenuto opportuno investire in ecodotti e metodi ecologici nella Pineta di Classe». A fronte di questi numeri, le associazioni si chiedono dunque perché si parli di «situazione di emergenza» causata dai mammiferi. Piuttosto che proseguire con la retorica emergenziale, proseguono gli attivisti, sarebbe meglio pensare a «misure di prevenzione», compresa la limitazione della velocità di circolazione sulle strade che circondano la zona del Parco. Analoghe riflessioni sono dedicate anche al settore agricolo: «Le stesse istituzioni regionali, in risposta ad interrogazioni della consigliera Giulia Gibertoni, parlano di danni alle colture pari a zero o poco più – affermano Clama e le altre associazioni –. Inoltre risulta che le aziende agricole che hanno avuto accesso ai fondi regionali per la prevenzione contro danni da fauna selvatica non hanno poi richiesto risarcimento». Alla luce di queste osservazioni, l’auspicio che ha concluso il corteo di ieri mattina è che «il rispetto per l’ambiente non sia solo una parola vuota da passeggiata elettorale, ma si compia in scelte moderne, sensate ed oltretutto molto meno costose, e infinitamente più sicure, di spostamenti e uccisioni».

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