Ravenna, coppia la costringe a essere un ostaggio sessuale

Ravenna

L’hanno attirata nella loro abitazione, nel Lughese, con un pretesto per poi rinchiuderla tre giorni e abusare lei riducendola ad uno stato di sottomissione anche con l’uso di droga. Una storia terribile quella su cui in questi giorni ha indagato la polizia di Ravenna: vittima della violenza sessuale è una ravennate, poco meno che trentenne. Le indagini si sono indirizzate verso una coppia, 42 anni lui e 34 lei. L’uomo, secondo le prime indagini responsabile delle violenze sessuali, è stato portato in carcere, la donna è a piede libero e accusata di violenza sessuale di gruppo.

Tre giorni di vessazioni

I fatti risalgono a metà luglio: la giovane vittima, conoscente dei due, secondo quanto sinora ricostruito aveva dei problemi con il suo compagno ed era stata convinta dalla coppia a trasferirsi a casa loro. L’avrebbero aiutata – le hanno raccontato – con una terapia. I giorni da incubo della giovane secondo quanto ricostruito dagli inquirenti iniziano il 17 luglio: la ragazza è costretta dal 42enne a praticargli un rapporto orale. Tre giorni dopo la seconda violenza sessuale con la giovane, ormai privata della libertà personale e in completo stato di soggezione, obbligata ad avere un rapporto completo con l’uomo.

Il ruolo della donna

In mezzo, secondo quanto raccontato dalla vittima agli agenti, una serie di vessazioni psicologiche e fisiche. La compagna dell’uomo di fronte alle rimostranze della ragazza le ha risposto con un laconico “ah, devi partecipare” proponendole anzi un rapporto sessuale con lei in alternativa a quello con il compagno. La giovane sarebbe stata poi percossa con una ventina di colpi di cucchiaio, per punizione.

La cocaina

La vittima sarebbe stata infine obbligata ad assumere cocaina, cinque grammi in tutto, probabilmente con l’intento di renderla più disponibile nei tre giorni di vessazione a cui è stata costretta. La coppia è difesa dall’avvocato Nicola Casadio del foro di Ravenna.

Presente un minore

A chiudere il cerchio un’aggravante inquietante: i delitti sarebbero stati coinvolti in presenza di un minore, figlio della 34enne, che si trovava in casa al momento della violenza nei confronti della giovane ravennate. All’uomo è stata invece contestata la recidiva per i reati contestati: segno che non era nuovo a questo genere di comportamenti.

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