Ravenna. Consigliere di Fi lancia l’allarme terrorismo per un volontario del museo che ascolta musica in arabo. L’assessore: “Grave agitare la paura sul nulla”

Ravenna
  • 21 novembre 2023

Scova un giovane volontario mentre ascolta della musica “in arabo” al Mar di Ravenna, durante l’orario di servizio, e teme addirittura una ritorsione terroristica. Le paure di una cittadina- risultate infondate- nei confronti di un giovane volontario impegnato al Museo d’arte della città, finiscono al centro del question time del Consiglio comunale di Ravenna, riunito oggi, e persino di uno scontro al peperoncino tra il consigliere proponente, Renato Esposito, FI, e l’assessore alla cultura Fabio Sbaraglia. In dettaglio, il consigliere Esposito solleva la vicenda segnalata a tutti i consiglieri, tramite lettera, da una cittadina in anonimato per sollevare eventuali “problemi di sicurezza per il personale al Mar”. Al consigliere è stata già consegnata la risposta scritta del direttore del Mar, Cantagalli, che però viene giudicata da Esposito “non confacente al question time”. Di altro tenore è la replica dell’assessore: “La sua interrogazione- manda a dire- rileva un atto di una certa gravità, non in riferimento all’episodio che cerca di portare, ma per l’approssimazione con cui lei- che ricopre un ruolo pubblico- ha costruito un documento politico che agita elementi di paura non fondati e che lei non ha verificato”. Di fatto, “lei sta dichiarando che esistono motivi di insicurezza al Mar riferito a ragazzi ‘presumibilmente di religione islamica’ perché ‘ascoltavano musica araba’- incalza Sbaraglia- lei da un tipo di musica riesce a definire per certezza la fede professata e addirittura la lega ad Hamas”.

Quindi l’assessore riferisce i fatti riportati dal direttore Cantagalli: “Il ragazzo cui si fa riferimento non è dipendente del museo o di una cooperativa che vi fornisce servizio, è un volontario che ha scelto di mettere a disposizione gratuitamente il suo tempo per prestare servizio al museo sua città. Certo, in maniera non professionale ha usato un dispositivo da cui sono partiti audio e video”. Ma, “per quel che ci risulta dalle telecamere di sicurezza verificate dal direttore del museo- prosegue- il ragazzo avrebbe messo via il dispositivo una volta richiesto, riconoscendo il suo errore per l’atteggiamento non professionale e tutto questo si è risolto in questo modo”. In definitiva, “non c’è elemento per ritenere si trattasse di un video religioso, né tantomeno c’è automatismo che da un elemento religioso si possano generare pericoli, a prescindere da qualsiasi religione”. L’assessore giustifica in qualche modo l’incomprensione della cittadina ma “è inaccettabile- stigmatizza- che un consigliere comunale, che dovrebbe sentire sulle sue spalle una certa responsabilità, scelga biecamente di cavalcare e agitare strumentalmente, a fini politici, tali episodi”. Da suo canto Esposito non ci sta a subire lo j’accuse dell’assessore, respingendo al mittente quella che etichetta come “requisitoria faziosa e puerile. Lei non si deve permettere più di usare questi termini e modi nei miei confronti”, si accende Esposito. “Lei non è super partes, ha mostrato mancanza verità mettendo in bocca al sottoscritto parole e significati che non intendevo- si giustifica infine- né dire, né pensare, tutta farina del suo povero sacco, pur di attaccare il mio partito, io ho solo riportato nel testo ciò che la signora scrive”.

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