RAVENNA - Due cagnolini “mini toy”, fratello e sorella dallo sguardo dolce: difficile resistere all’annuncio, e infatti il maschietto aveva subito conquistato una signora che ha preso accordi per portarselo a casa. Ma quell’annuncio non doveva esistere, perché l’animale venduto si trovava sotto sequestro amministrativo, come stabilito dall’Ausl. Un provvedimento scattato in ragione della mancata comunicazione del passaggio dei cani da un Paese dell’Est Europa all’Italia. Ecco perché ora una 27enne - colei che formalmente era la custode dei due cuccioli - deve affrontare il processo per sottrazione di beni sequestrati. A tutelarla è l’avvocato Francesco Papiani.
I fatti contestati dalla Procura risalgono al novembre del 2021 e sarebbero avvenuti a Ravenna: ieri mattina di fronte al giudice Cosimo Pedullà è comparsa la donna che comprò uno dei due cani, che ha raccontato il modo in cui entrò in possesso dell’animale per poi accorgersi, dopo la prima visita dal veterinario, che la bestiolina era in realtà sotto sigilli. La signora ha spiegato di aver risposto ad un annuncio per la vendita dei cuccioli diffuso dai proprietari: innamoratasi di uno dei due a prima vista, ha spiegato di avere «contrattato con una ragazza» (l’odierna imputata) il prezzo, accordandosi infine «sulla cifra di 270 euro».
Non passa molto e la donna porta il cucciolo dal veterinario per farlo visitare: tra le varie vaccinazioni ne manca una, che però non figura tra quelle obbligatorie. La questione della registrazione all’anagrafe canina si fa però sempre più complessa, così il professionista decide di contattare l’Ausl di Modena, cui risale grazie al microchip che era già presente sotto la cute dell’animale. E’ qui che arriva la prima sorpresa: l’azienda sanitaria comunica al veterinario che il mini toy acquistato dalla sua cliente risulta in realtà sotto sequestro amministrativo e a stretto giro scatta la segnalazione dell’avvenuta vendita alla polizia locale di Ravenna. Gli agenti contattano a loro volta il proprietario dei cani e, recandosi a casa sua per sopralluogo, scoprono che è presente solo uno dei due, la femmina, il cui affido è stato quindi revocato alla 27enne. «Se l’avessi saputo - ha detto ieri la testimone - li avrei presi tutti e due».
Resta il fatto che il cucciolo è ancora oggi in possesso della donna, coccolato e vezzeggiato. Mentre la 27enne che gliel’ha venduto deve ora affrontare il processo in tribunale: ieri era attesa in aula per rendere l’esame, ma non si è presentata. Il giudice Pedullà ha comunque dichiarato chiusa la fase istruttoria del dibattimento: la sentenza è attesa per la primavera del prossimo anno.