Ravenna, CO2 in mare: Eni chiede il via libera al progetto pilota

Ravenna

L'istanza per l'autorizzazione è già stata inviata: il progetto pilota di captazione e contenimento della CO2 di Eni intercetterà l'anidride carbonica della centrale di Casal Borsetti. Il giacimento esausto che verrà utilizzato per lo stoccaggio potrà contenere fino a 100mila tonnellate di CO2. Sostanzialmente un programma sperimentale quadriennale, visto che annualmente il Cane a Sei Zampe conta di captare 25mila tonnellate di anidride carbonica annua. Un progetto per il quale il gruppo energetico ha composto il capitolato di appalto attraverso un'ampia ricerca di competenze anche nel mondo offshore italiano e ravennate. Fra gli altri sono stati sondati Saipem e Rosetti, che adesso è fra le aziende nella capacità di concorrere alla costruzione dell'impianto. Non è ancora noto il tipo di investimento che Eni dovrà sostenere per l'impianto pilota, che dovrebbe limitarsi comunque entro poche decine di milioni. Del resto l'attesa dell'azienda compartecipata dallo Stato è quella di vedere questo come primo step. All'ultimo Omc era stato Luigi Ciarrocchi, Ccus&Forestry Director di Eni, a ricordare come il gruppo, col progetto più ampio e che dovrebbe costare non meno di due miliardi di euro, «progetta di contenere sin dalla partenza 4 miliardi di tonnellate di CO2 all'anno. Del resto conosciamo bene le capienze degli alvei dei giacimenti del Ravennate avendovi estratto il gas e pensiamo di potervi immagazzinare 500 miliardi di tonnellate di anidride carbonica – aveva ricordato nel settembre scorso al Pala De Andrè, Ciarrocchi -. E siamo certi della utilità e della sicurezza dell'operazione: sugli hard to abate questi progetti sono fondamentali e senza ci toglieremmo circa un terzo dell'obiettivo di abbattimento di CO2 di qui al 2050». Le "hard to abate" sono quelle produzioni difficili da convertire, nella loro necessità energetica, con le rinnovabili. E fra queste ci sono impianti metallurgici e siderurgici, petrolchimici, cementifici, le stesse centrali di produzione di energia elettrica. Tutti ambiti presenti nel porto di Ravenna, ed Eni conta di iniziare proprio dalla centrale gas di via Lacchini. Un passaggio che induce il consigliere regionale del Pd, Gianni Bessi, ad attendersi ora «una fase pragmatica. Eni può dimostrare, con la realizzazione di questo impianto pilota, che una modalità per ridurre subito le emissioni delle produzioni ad alto impatto, le cosiddette hard to abate, esiste, anche in Italia. Ora speriamo si proceda».

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