Ravenna. “Cimitero delle navi”, Italia Nostra pressa il tribunale

La parola spetta al giudice, che lunedì deciderà se archiviare o meno la denuncia contro ignoti di Italia nostra sulla “enorme discarica abusiva” di navi al porto di Ravenna. Un luogo dove “lontano dagli occhi dei ravennati”, si è consumata la vicenda della motonave Berkan B, “abbandonata e lasciata affondare senza essere bonificata dal suo carico inquinante e potenzialmente cancerogeno”. Oggi, spiega l’associazione, “giacciono semiaffondate dal 2009 ed ormai in fase di disfacimento, tre motonavi di classe “Slavutich”, e altri due relitti più piccoli. La zona portuale- si sottolinea- è in continuità idraulica con la Pialassa Piomboni, zona del Parco del Delta del Po protetta dalle direttive europee, dove si pesca nei numerosi ‘padelloni’ e dove, a poca distanza, non di rado vengono raccolti di frodo molluschi per il commercio abusivo a larga scala”.
“Si aggiunga, come prontamente segnalato da Italia Nostra alle autorità competenti anche poche settimane fa, che sono spesso presenti persone a bordo, in totale condizione di insicurezza e senza che le carcasse siano in alcun modo custodite o inibite all’accesso. In rete vi sono numerosissimi video girati sui relitti con decine di migliaia di visualizzazioni, in cui sono riprese persone che accendono persino fumogeni a bordo, testimoniando la presenza di materiali di ogni genere abbandonati dentro le carcasse”, sottolinea ancora Italia nostra.