Ravenna, calano i furti ma è picco di razzie in casa: sono oltre 2500 l’anno

Ravenna

RAVENNA. Cala il numero degli omicidi volontari, così come quello complessivo dei furti, contrapposto però a un significativo picco dei colpi in abitazione i cui autori sono rimasti ignoti, e al crescere dei reati contro le fasce deboli, come maltrattamenti e stalking. È una chiara fotografia della criminalità in provincia quella scattata dalla Procura della Repubblica nel bilancio sociale 2016-2018. I numeri, basati sulle notizie di reato pervenute al terzo piano del Palazzo di Giustizia, tengono conto di una sostanziale diminuzione della popolazione sia italiana che straniera, certificate rispettivamente nel 2018 a 389.456 e 46.910 residenti nei 18 comuni del territorio.

Furti in casa, il picco

È il capitolo furti quello più singolare. Perché pur calando in apparenza rispetto al 2016 (dagli 11.041 casi denunciati ai 9.883), il totale dei reati predatori in abitazione commessi da ladri rimasti sconosciuti è salito a 2.473 (mentre due anni prima erano stati 1.970). Cifra che in questa istantanea è al primo posto per tipologia di reati e che inevitabilmente incide sulla percezione della sicurezza da parte dei cittadini. In calo, invece, le rapine (171 nel 2018).

Violenze

Fra i reati riguardanti episodi violenti, il trend è quello del graduale aumento: 233 i casi di maltrattamenti attestati alla fine del bilancio, mentre lo stalking si dimostra essere una costante nelle aule del tribunale, con 160 casi (150 le denunce verso persone note e 10 quelle verso ignoti), in netta crescita rispetto ai 133 casi di due anni prima. Una tendenza che ora deve fare i conti con la nuova disciplina conosciuta come “Codice Rosso”, che inasprisce trattamenti e pene. Unico delitto della categoria in calo è invece la violenza sessuale, passata da 92 casi a 63.

Fallimenti e ambiente

Il graduale miglioramento della situazione economica permette di interpretare il dato dei fallimenti e delle procedure concorsuali (41 i casi nel 2016, 32 e 38 nei due anni successivi), con una riduzione dei reati strettamente connessi alla legge fallimentare rispetto al triennio precedente.
La riforma del codice penale con l’introduzione dei “delitti contro l’ambiente” ha inevitabilmente provocato l’incremento dei reati in questo settore, mediamente assestati a circa una quarantina l’anno.

Tempi della giustizia

Calano anche i tempi per i procedimenti penali, per la maggior parte approdati a richieste di archiviazione (2.424) o inizio dell’azione penale o altra richiesta definitoria (1.652 e 630) entro sei mesi. Sono invece 1.413 quelli che hanno conosciuto tempi superiori ai due anni. In tutto 9.169 i procedimenti esauriti nel 2018.

Intercettazioni

Tra le attività di rilievo trovano spazio le intercettazioni, strumento importante durante la fase delle indagini. Nell’ultima parte del triennio sono stati 229 i decreti emessi per controllare sia persone che 372 utenze telefoniche (oltre un centinaio in più rispetto gli anni precedenti). Tale aumento è stato controbilanciato da un calo del costo per ogni intercettazione, frutto dell’intervento della Procura sul noleggio delle apparecchiature: se nel 2008 la tariffa giornaliera era di 14 euro più iva, nel 2018 il costo ha toccato 1,99 euro. E proprio in tema di spese della giustizia, la cifra totale è stata abbattuta. Tra onorari, indennità e altre voci, si è passati da poco più di 814mila euro ai 723mila euro del 2018.

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