RAVENNA - Mani al collo, uno spintone e un calcio assestato nelle parti intime. Un’aggressione all’uscita da scuola per difendere la fidanzatina presa di mira sui social, e pretendere le scuse dell’autore delle dirette denigratorie su Instagram, animate pare anche da un presunto interesse omosessuale non ricambiato. Da piccolo concentrato di cronache adolescenziali, l’episodio accaduto sul finire dello scorso anno a Ravenna è approdato sui tavoli della Procura dei minori con l’apertura di un fascicolo che vede ora indagato per violenza privata e percosse un 16enne residente in una frazione della provincia. Ad accusarlo un altro minorenne, vittima del confronto poi degenerato. Una vicenda finora inedita quella che nei giorni scorsi ha attraversato una tappa fondamentale delle indagini preliminari: l’interrogatorio del giovane sotto accusa, sentito in caserma su delega del sostituto procuratore Alessandra Serra.
La versione dell’indagato
Non ha negato lo scontro, ma ha precisato alcuni aspetti che - stando alla sua ricostruzione dei fatti - avrebbero scatenato la reazione. Il tutto sarebbe nato da una doppia delusione amorosa: quella della ex fidanzata del 16enne e quella del minorenne vittima dell’aggressione. Interessati entrambi ad avere una relazione con lui, si sarebbero alleati tempestandolo di messaggi e richieste di uscire insieme. Respinti, se la sarebbero presa con la sua nuova ragazza diventando - a detta del giovane indagato - veri e propri bulli nei confronti della nuova fidanzata. Presa in giro in stazione insieme ad altri amici, sarebbe stata a sua volta aggredita poco prima dell’ingresso a scuola con una tirata di capelli. Poi, una successiva diretta Instagram, nella quale il ragazzino riferiva che sarebbe stato disponibile alzare le mani contro la “rivale” in amore, apostrofandola pure come “put...na”.
Faccia a faccia
La mattina seguente il 16enne avrebbe cercato lo “spasimante” indesiderato facendosi trovare davanti a scuola. Inizialmente avrebbe negato le accuse rivoltegli, continuando tuttavia a ridere. Sentitosi preso in giro, il coetaneo lo avrebbe aggredito, mettendogli una mano al collo e dando il via a una colluttazione finita a testate. Una deriva non voluta - ha tenuto a specificare l’indagato secondo l’indagato - che tuttavia era rappresentava solo l’inizio; perché riportati gli animi alla calma, il 16enne lo avrebbe costretto a raggiungere a piedi la scuola della nuova fidanzata, obbligandolo a chiederle scusa. E qui, di fronte all’ennesima risata, sarebbe scattato, colpendolo con uno schiaffo al volto e un calcio sullo stomaco e non nelle parti intime come. Una genesi, quella raccontata in presenza del difensore, l’avvocato Samuele De Luca, riconsegnata alla procura bolognese, e che potrebbe a breve portare alla notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari.