RAVENNA. Un “bioblitz” in spiaggia, alla foce del torrente Bevano, con 46 studenti di terza media impegnati a registrare e catalogare le specie animali, vegetali e i rifiuti raccolti. Organismi e materiali spiaggiati, infatti, “raccontano sia della vita marina che si sviluppa nei fondali prospicienti, sia della nostra incuranza nell’abbandonare rifiuti nell’ambiente e che il mare poi ci restituisce”. L’iniziativa di educazione ambientale è andata in scena oggi nell’area interessata dal progetto europeo Life NatuReef di Ravenna che ha visto appunto protagonisti i ragazzi della 3A e 3C della scuola Guido Novello.
Per quantificare specie e rifiuti i ragazzi hanno usato metodo basato sul posizionamento casuale di quadrati lungo la più recente linea di accumulo dei detriti spiaggiati. “Una sorta di caccia al tesoro che ha appassionato tutti i ragazzi e gli accompagnatori”.
Life NatuReef, si ricorda, prevede la realizzazione di scogliere naturali di ostriche e sabellarie per la protezione della costa e l’aumento della biodiversità in questo tratto marino-costiero. E l’iniziativa di citizen science di stamane punta a “far crescere una nuova generazione di cittadini consapevoli e attivi nella protezione degli ecosistemi marini e in grado di riconoscere l’importanza degli organismi e dei materiali che si trovano lungo le coste”.
I ragazzi, quindi, prima hanno seguito una giornata formativa in aula, e stamane hanno vissuto l’uscita sul campo guidati dai biologi marini dell’Università di Bologna e Reef Check Italia, Massimo Ponti, coordinatore del progetto, ed Eva Turicchia, insieme a Luca Monteleone del Parco del Delta del Po e lo staff di Cifla-Flaminia. I dati raccolti verranno pubblicati sul sito di Reef Check Med, insieme a quelli di molte altre spiagge mediterranee, consentendo un confronto tra siti e nel tempo. Il progetto Life NatuReef vede il coinvolgimento di Università di Bologna, Comune di Ravenna, Cifla-Fondazione Flaminia, Parco del Delta del Po, Proambiente Scrl e associazione Reef Check Italia Ets.