Ravenna, Berkan B: si torna all’ipotesi di inquinamento ambientale

RAVENNA - Si torna all’ipotesi di reato iniziale per la vicenda della Berkan B, ovvero quella di inquinamento ambientale. Lo ha deciso ieri il gup Andrea Galanti emettendo un’ordinanza che rischia in sostanza di fare ripartire da capo il procedimento a carico del presidente dell’Autorità Portuale Daniele Rossi.
Al centro dell’inchiesta del pubblico ministero Angela Scorza, la perdita di idrocarburi della Berkan B, nave che per anni è rimasta ormeggiata nel canale Piomboni, vicinissimo all’omonima pialassa, fino ad affondare. Il tentativo di recupero ha poi portato alla rottura della stessa. La Procura ha così avviato un’inchiesta ritenendo Autorità Portuale - questa in sostanza la posizione accusatoria - inerte rispetto ai richiami della Capitaneria sul relitto. Ipotesi sempre respinta dalla difesa dell’ente di via Antico Squero, tanto che quando alla fine del primo grado l’ipotesi era stata derubricata da inquinamento ambientale a reato contravvenzionale (con ammenda da 8mila euro) la difesa di Rossi aveva fatto ricorso alla Corte di Cassazione per l’annullamento della condanna.
Annullamento che c’è stato ma con contestuale rinvio di fronte ad un nuovo gup - Galanti , appunto - che ieri ha ripristinato in sostanza l’ipotesi di reato iniziale. La difesa (avvocato Luca Sirotti) ha eccepito sulla legittimità che fosse Galanti a pronunciarsi dal momento che si era espresso in merito, nello stesso procedimento, sulla richiesta di archiviazione di un’altra persona a suo tempo indagata. Per questo, alla prossima udienza di fine novembre, il giudice deciderà se procedere o se passare il fascicolo ad un altro gup. Resta però l’ordinanza di ieri. Nel caso Galanti vada avanti dovrà come primo atto esprimersi sulla legittimazione delle parti civili - ovvero le associazioni ambientaliste Anpana, Italia Nostra, Legambiente Emilia-Romagna, Nogez, Oipa e Wwf Emilia-Romagna - ad intervenire nel processo.