Ravenna, avviato un progetto per esperienze di scambio culturale e sportivo per minori stranieri non accompagnati

Ravenna
  • 11 giugno 2024

Esperienze culturali e sportive tra Ravenna e Montesilvano rivolte a minori stranieri non accompagnati. Si tratta del progetto Bridge, Building relationships through intercultural dialogue for new generations, approvato dalla Giunta nei giorni scorsi, e per il quale il Comune ha ricevuto un finanziamento da parte del Consiglio d’Europa e la cui parte operativa è stata affidata all’Ufficio politiche per l’immigrazione. Il progetto vede collaborare i Comuni di Ravenna e di Montesilvano, in provincia di Pescara, entrambi parte di Città del dialogo. Per questo condividono la promozione di un approccio interculturale delle politiche migratorie e sono inoltre unite dalla comune appartenenza alla rete nazionale Sai, Sistema di accoglienza e integrazione per titolari di protezione internazionale e minori stranieri non accompagnati.

Proprio gruppi di minori stranieri non accompagnati sono stati protagonisti di scambi culturali e sportivi, visitando nei giorni scorsi Ravenna e partecipando ad alcuni eventi, mentre il progetto in futuro prevede a settembre la partecipazione ai World skate games che si terranno a Montesilvano. Inoltre, la città ospiterà la mostra Along the border della fotografa Chiara Fabbro, che si pone come approfondimento su come stia cambiando la tutela dei diritti umani lungo i confini orientali dell’Unione europea.

«L’approvazione di questo progetto è una grande soddisfazione – commenta l’assessora all’Immigrazione Federica Moschini –. Siamo molto contenti di condividere il nostro approccio rispetto alle politiche interculturali e all’accoglienza, attingendo reciprocamente anche all’esperienza di un Comune che condivide i nostri obiettivi come quello di Montesilvano. Il momento più importante è proprio la possibilità per i minori in accoglienza di sperimentare la visita di una città diversa rispetto a quella che li accoglie, utilizzando la cultura e lo sport come linguaggi di interazione, di scambio e di conoscenza dell’altro. Siamo orgogliosi che il nostro modello sia stato riconosciuto e valorizzato dal Consiglio d’Europa».

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