Ravenna, Anac richiama autorità portuale sulla crociere

Per ora la si potrebbe definire una bacchettata: Anac richiama Autorità portuale sulla concessione del terminal crociere a Porto Corsini. L’Autorità nazionale anticorruzione ha rilevato infatti delle «illegittimità nella concessione del servizio di assistenza passeggeri nel porto di Ravenna e di realizzazione e gestione della nuova stazione marittima». L’atto è stato pubblicato nei giorni scorsi e firmato dal presidente Giuseppe Busia. Ora l’ente di via Antico Squero potrà fare le sue controdeduzioni o adeguarsi al pronunciamento di Anac. La partita è appena iniziata e si potrebbe chiudere in vari modi: l’Autorità anticorruzione non ha il potere di revocare l’appalto ma potrebbe muoversi a seconda della risposta che riceverà. Se Ap si adeguerà a quanto chiesto è probabile che la questione si chiuda con questo atto, altrimenti potrebbe evolversi e l’Anac potrebbe procedere con una multa oppure passare le carte ad altri organi per gli approfondimenti del caso. Autorità portuale ha assegnato all’operatore Royal Caribbean la concessione del terminal crociere. Si tratta di un appalto in project financing che prevede anche la costruzione di una stazione marittima.

Anac ha approfondito la questione partendo da un esposto, depositato nei suoi uffici da un’altra azienda, e ha rilevato due criticità. La prima riguarda l’allocazione del rischio. Si contesta all’Autorità di Sistema Portuale di Ravenna la violazione dell’articolo 180 del Codice dei contratti, in quanto «non risulta correttamente allocato il rischio della domanda in capo all’operatore economico». In particolare il riferimento è a una clausola che permette al concessionario di rivedere l’equilibrio economico finanziario «nel caso in cui eventi esterni, non riconducibili ad esso, comportino una riduzione del traffico crocieristico particolarmente elevata». Secondo l’esposto presentato, tale previsione riduce sostanzialmente il rischio della domanda. Anac dà ragione all’esponente e nella sua relazione dice di non aver ricevuto sul punto spiegazioni da Ap, la quale si sarebbe limitata «a rinviare a quanto indicato nella matrice dei rischi». Il contratto però, per Anac sarebbe troppo sbilanciato a favore del concessionario che, nello specifico, può chiedere una revisione degli accordi nel caso di una contrazione del numero di passeggeri superiore al 20%. «Ne deriva che nell’ipotesi peggiore il rischio resta, per la maggior parte, a carico del solo concedente in contrasto con la norma che disciplina il finanziamento del progetto tramite diversi strumenti».

L’altro elemento di criticità segnalato riguarda l’individuazione, da parte dell’aggiudicatario, delle aziende che eseguiranno materialmente i lavori oggetto della concessione. Imprese che verrebbero indicate solo in un secondo momento rispetto alla partecipazione al bando. Secondo quanto riassume l’Anac questo modo di agire «non è conforme al Codice degli appalti (e quindi illegittimo)». Autorità portuale ha spiegato di non aver dato vincoli in questo senso «nell’ottica di garantire la massima libertà di concorrenza e di favorire la massima partecipazione possibile alla gara». Anac però sottolinea che la finalità concorrenziale «sarebbe stata ugualmente realizzata attraverso gli istituti della partecipazione in associazione temporanea di impresa e del ricorso all’avvalimento, eventualmente “utilizzabili” già in fase di aggiudicazione».

L’organo di vigilanza raccomanda in conclusione di adeguarsi al pronunciamento sui due punti contestati. La parte principale dell’esposto arrivato ad Anac lamentava anche la presunta violazione del «principio di separazione tra gestione della rete e degli impianti e svolgimento dei servizi crocieristici e delle norme in materia di aiuti di Stato». Argomenti sui quali però l’Autorità anticorruzione non ha competenze. Le carte per eventuali verifiche in questo senso sono state passate al Garante per la Concorrenza e per il Mercato.

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