Ravenna, allenatore accusato di violenza Allieva lo "difende"

Ravenna

RAVENNA. È scoppiata in lacrime fino a rendere necessaria la sospensione dell’udienza quando ha cercato di raccontare ai giudici che nessuna delle accuse rivolte dall’amica all’ex allenatore di arti marziali era vera. La sua versione di fatto minava la credibilità della vittima minorenne di una violenza sessuale aggravata; e non appena è stata messa in dubbio nel corso del processo, ha chiesto di poter interrompere la deposizione scappando fuori dall’aula inseguita da familiari e personale del tribunale. Una prima udienza movimentata quella nei confronti di un 40enne, insegnante di una disciplina marziale in una palestra di un comune dell’entroterra ravennate. L’uomo è accusato di essersi spinto in almeno quattro occasioni ben oltre il semplice passaggio in auto che dava ad alcune delle giovani atlete. È stata una di queste - all’epoca dei fatti 13enne - a denunciarlo, lamentando di avere subito in almeno quattro occasioni baci e palpeggiamenti spinti, tutti all’interno del furgoncino con il quale per alcuni mesi era stata accompagnata a casa.

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