Ravenna, allarme “forasacchi” di Ancisi. «Si conficcano nel pelo dei cani e generano rischio infezioni. Il Comune viola le proprie regole»

RAVENNA. Allarme “forasacchi” lanciato dal consigliere comunale Alvaro Ancisi che lancia un’interrogazione question time al sindaco. «Dal parco-giardino Carlo Urbani, posto a Ravenna nella zona a forte densità abitativa tra via della Lirica, viale Pertini e via Stromboli», spiega Ancisi, «mi è giunto il seguente allarme: “Come tutti gli anni, abitando nei pressi del parco, ed essendo proprietari di cani, siamo costretti a vivere lo scempio nel quale il verde pubblico viene lasciato. L’erba, che raggiunge i 70 centimetri di altezza, viene tagliata in fretta e furia lasciando lo sfalcio sul terreno. Si crea così un pericolo per la salute di tutti gli animali che vengono portati a spasso in zona, costringendo ogni anno molti di noi, a causa dei forasacchi, a portarli dal veterinario. Si aggiunge l’invivibilità dei giardini privati a causa delle zanzare”. Stesso allarme era stato appena lanciato anche da via Bassano del Grappa, zona Gallery. Si tratta, però, di un fenomeno largamente diffuso su tutto il territorio comunale. Di qui la sollecitazione, rivoltami in particolare dalla lista Ambiente e Animali che qui rappresento, di rivolgere al sindaco neoeletto la presente urgente interrogazione».
«I “forasacchi”, piccoli semi di graminacee selvatiche, si conficcano infatti facilmente nel pelo dei cani», spiega il consigliere. «Nella zampa o in altri punti, come la bocca, generano rischio di infezioni. Nel naso, producono starnuti e difficoltà respiratorie. Le spighe più piccole possono anche penetrare, causando irritazione, prurito e dolore, sotto la terza palpebra o nel condotto uditivo, dove possono anche provocare otiti molto serie, raramente anche la perforazione del timpano»
«Il Comune viole le proprie regole», dice Ancisi che ricorda che «l’art. 11, comma 2, del regolamento comunale di Polizia urbana impone a tutti i cittadini di “curare la pulizia di terreni, cortili, giardini privati e simili, provvedendo al regolare sfalcio dell’erba [...]”. Inoltre, le ordinanze emesse ogni anno (attualmente con effetto dal 1° maggio al 31 ottobre) “per la prevenzione e il controllo delle zanzare comuni e della zanzara tigre”, con l’obiettivo di “prevenire la diffusione di malattie trasmesse da essi”, statuiscono di “tenere puliti i cortili e le aree esterne”, prescrivendo tra l’altro di “rimuovere erbacce, sterpi e rifiuti di ogni genere per evitare la creazione di zone dove le zanzare possono riprodursi”. Potrebbe forse il sindaco contraddire se stesso e la propria Amministrazione legittimando o tollerando, sulle aree verdi di sua proprietà, i comportamenti disfattistici di cui sopra?»
«Nel territorio comunale di Ravenna», ricorda, «su circa 1.100 aree verdi pubbliche, Azimut (società mista pubblico-privata) ne ha in gestione circa 2/3, mentre le altre sono affidate dal Comune a soggetti diversi (ad altre imprese, al decentramento comunale, a polisportive, pro-loco, privati). Relativamente allo sfalcio, possono a volte, nella medesima località, operare promiscuamente Azimut ed altri soggetti»
Da qui l’appello. «Bisogna dunque che il sindaco e la sua giunta non rifuggano ulteriormente dall’esercitare i propri poteri di indirizzo/direttiva e di vigilanza su tutti i contratti affidati a terzi per la gestione delle aree verdi pubbliche, affinché tutte le erbe appena ed ovunque sfalciate siano trasferite, pena sanzioni severe, nei punti idonei di raccolta e di corretto smaltimento, sotto la responsabilità del servizio Tutela Ambiente, unità organizzativa del Verde pubblico».