Ravenna, ai domiciliari ma con l'hashish in lavatrice
Solo pochi mesi fa, a dicembre, era stato arrestato durante un’operazione della sezione Antidroga della Squadra Mobile nel suo appartamento “bunker” di via Testi Rasponi, dove erano stati trovati 6 etti di hashish. Messo ai domiciliari, dietro quella porta protetta in stile Gomorra da un cancello che poteva essere chiuso all’occorrenza avrebbe però continuato a spacciare: già, perché martedì notte il 54enne Cesare Boleslavo Doglioni è tornato nuovamente in manette, questa volta dopo una perquisizione operata dai Carabinieri di Ravenna proprio nell’ambito dei controlli cui l’uomo può essere sottoposto per i suoi precedenti.
Giunti nei pressi dell’abitazione del 54enne poco dopo le 22, i militari dell’Arma hanno prima notato la porta spalancata per poi udire voci provenienti dall’interno: Doglioni, appena accortosi dell’arrivo della pattuglia, non avrebbe perso tempo nell’azionare il meccanismo di protezione che si era costruito, chiudendo il cancello in ferro battuto posto subito dopo la porta d’ingresso e trincerandosi così in una sorta di gabbia per impedire l’accesso ai carabinieri, mentre la donna che era con lui avrebbe provato a spostarsi in un’altra stanza. Sono stati necessari l’arrivo di un’altra pattuglia e un lungo dialogo per convincere l’uomo ad aprire. Una volta entrati, i carabinieri hanno identificato la donna che si trovava in compagnia del 54enne: a loro avrebbe detto di essersi recata nell’appartamento per vendere un’automobile. La perquisizione attuata subito dopo ha consentito di rinvenire 83,7 grammi di hashish, tenuti nascosti dentro la lavatrice. In cucina era invece conservato un bilancino di precisione, mentre all’interno di una scatola per scarpe nel ripostiglio i carabinieri hanno trovato un caricatore per pistola calibro 7,65, privo di proiettili: tutto il materiale è stato posto sotto sequestro penale. Ieri Doglioni è stato portato per direttissima in Tribunale a Ravenna, di fronte al giudice Federica Lipovscek, per rispondere del reato di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini della cessione. A tutelarlo in aula l’avvocato Filippo Papiani, mentre il vice procuratore onorario Simona Bandini ha chiesto per lui, oltre alla convalida dell’arresto, la misura della custodia cautelare in carcere. Il giudice ha convalidato l’arresto disponendo la misura degli arresti domiciliari e rinviando il processo all’udienza fissata per luglio.