Si chiude con un patteggiamento a cinque anni la vicenda del tentato omicidio avvenuto il 19 maggio 2024 lungo la Statale 16, nei pressi della cava Manzona Vecchia. A premere il grilletto per sei volte fu Yulian Tanin Dimitrov, 33enne bulgaro ed ex protettore della vittima, una 29enne che riuscì a salvarsi riportando ferite alle braccia.
L’uomo, ora ai domiciliari con permesso di lavoro, mirava in realtà a un’altra ragazza che lo aveva denunciato insieme a una collega per liberarsi del suo controllo nel giro della prostituzione. Quel giorno con lui c’era anche l’ex moglie, accusata inizialmente di favoreggiamento per il tentativo di fornirgli un alibi e per averlo incitato durante l’agguato. La donna è stata assolta con rito abbreviato dopo la ritrattazione.
Dimitrov fuggì all’estero dopo l’attacco, tornando in Italia solo quando era già stato emesso un mandato di cattura europeo. Presente in aula anche la vittima, che non ha potuto costituirsi parte civile a causa del patteggiamento, ma ha ottenuto un risarcimento come condizione per l’accordo sulla pena.
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