Ravenna, aggressioni con machete e spray al peperoncino: arrestata la baby gang dei tunisini, contestati 34 capi di imputazione VIDEO

RAVENNA. Sono tutti di origine tunisina i 9 minorenni non accompagnati destinatari di altrettante misure di custodia cautelare in Istituto Penale Minorile disposte con Ordinanza del GIP presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna su richiesta della Procura per i Minorenni. Sono indagati per numerosi reati contro la persona ed il patrimonio nonché il reato di associazione per delinquere finalizzata al compimento di reati contro il patrimonio. Le indagini effettuate dalla Squadra Mobile sotto il coordinamento della Procura per i Minorenni di Bologna, sono iniziate nell’autunno 2024. Protagonisti dell’attività investigativa sono un gruppo di minorenni stranieri che a fine estate dell’anno scorso sono stati collocati nei CAS presenti sul territorio ravennate.
«Già dai primi periodi», spiega in una nota la Questura di Ravenna, «i giovani si sono distinti per il compimento di condotte contrarie alle basilari regola di convivenza che nel giro di pochi mesi hanno spinto la locale Prefettura a dover chiudere una struttura di accoglienza che li ha ospitati sin da ottobre 2024; i MSNA erano stati dunque destinati ad altre strutture ubicate sul territorio nazionale; il ricollocamento di fatto non era avvenuto perché i minori si allontanavano o prima della nuova sistemazione o appena arrivati alle nuove strutture, per poi ricomparire qualche tempo dopo sul territorio ravennate».
L’attività di indagine è partita dalle diverse denunce che via via hanno visto protagonisti il gruppo, oggetto di interventi da parte di tutte le forze di polizia coinvolte nelle attività di controllo del territorio. «La pluralità degli episodi», chiede la Questura, «unitamente alla ricorrenza dei nominativi dei minorenni denunciati ed alle modalità d’azione criminosa, hanno permesso all’Ufficio investigativo di delineare un comune modus operandi del gruppo, caratterizzato da fenomeni di devianza e criminalità che si sono concretizzati in reati predatori e violenti.
Le condotte penalmente rilevanti ricostruite hanno visto come persone offese nella maggior parte dei casi giovani coetanei, nonché gli operatori impiegati nelle strutture di accoglienza e, in casi isolati, anche le forze dell’ordine, tanto che due degli indagati nei mesi scorsi sono stati arrestati per resistenza a pubblico ufficiale».
Tra gli episodi di maggior allarme sociale vanno evidenziati: una serie di furti e rapine avvenute tutti in una sola sera sul litorale; un tentato omicidio avvenuto nel tardo pomeriggio di fine maggio in prossimità della stazione ferroviaria, quando i minorenni aggredivano un viaggiatore con colpi di machete e lo ferivano al capo; diverse aggressioni con l’utilizzo di spray al peperoncino; infine, in una occasione alcuni di loro sono stati deferiti per porto di oggetti atti ad offendere, poiché si aggiravano in gruppo, in stazione, armati di machete e coltelli di grandi dimensioni.
La Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna contesta agli indagati trentaquattro capi di imputazione in ordine ai reati di lesioni aggravate, tentato omicidio, minacce, resistenza a pubblico ufficiale, porto abusivo di armi e strumenti atti ad offendere, furti, rapine, ricettazione, detenzione di sostanza stupefacente ai fini della cessione e, infine, associazione per delinquere. I reati sono stati commessi prevalentemente in corrispondenza della stazione ferroviaria ed aree limitrofe, a bordo treno e sul litorale.
«A sostegno del sodalizio criminoso», aggiunge la Questura, «vi sono la comune nazionalità degli indagati, essendo tutti i minorenni di origine tunisina, esperienze di vita difficili, difficoltà di integrazione ed una propensione al conflitto verso l’autorità. Tutti i minorenni coinvolti risultano avere diversi precedenti di polizia ed essere già destinatari di misure di prevenzione emesse dal Questore: elementi che delineano un elevato livello di pericolosità sociale. Tra i soggetti sottoposti al provvedimento cautelare compare anche l’autore della recente aggressione con coltello che si è verificata il 15 luglio in Piazza Duomo».
Le misure sono state eseguite in tutto il territorio nazionale: oltre che a Ravenna, gli agenti della Squadra Mobile hanno operato anche nelle province di Parma, L’Aquila, Pescara e Caserta, città in cui i diversi membri del gruppo erano stati recentemente ricollocati. All’operazione hanno partecipato il Reperto Prevenzione Crimine di Reggio Emilia, unità cinofile della Polizia di Stato di Ancona, nonché la Polizia Locale della Bassa Romagna. Terminati gli atti di rito, gli indagati sono stati condotti presso gli Istituti Penitenziari individuati.