Ravenna, addio Pitesai. Il Tar cancella il piano delle estrazioni. Accolto il ricorso di Padana Energia

Basta un tratto di penna per annullare anni di discussioni e il più importante piano relativo alle estrazioni di gas approvato dal governo. E’ quello tracciato nella sentenza del Tar del Lazio che, accogliendo il ricorso della società Padana Energia, decreta l’annullamento del Pitesai (Piano transizione energetica sostenibile aree idonee), approvato nel febbraio 2022 e passato attraverso le forche caudine di tre governi, nella scorsa legislatura. Padana Energia, titolare tra l’altro di una concessione “Ravenna Terra” e “Santerno”, nell’Imolese, (entrambe citate nel ricorso), contestava la legittimità del piano.

La società critica sotto vari profili il Pitesai e il Tar laziale dà ragione alla società su molti aspetti. Uno dei principali riguarda i vari vincoli escludenti che vengono imposti alle attività di estrazione e ricerca di idrocarburi. Limiti contestati dal mondo dell’oil&gas perché ritenuti troppo restrittivi. Attraverso questi vincoli il piano arriva, per contrasto, a mappare una serie di zone in cui è possibile la ricerca di idrocarburi. Ma per il Tar, «l’approccio istruttorio seguito e le risultanti determinazioni adottate» dal Governo «ha evidentemente prodotto conseguenze eccessivamente rigide e non proporzionali sia con riferimento alle concessioni in essere sia con riferimento alle possibilità di richiedere ampliamenti o potenziamenti delle stesse o nuovi titoli». Il fatto che il Pitesai vada a incidere su titoli concessionari già in essere, in cui la trasformazione del territorio è già avvenuta, per il Tar è «illogico» .

In generale il tribunale amministrativo, accogliendo i rilievi di Padana Energia, contesta l’assenza di solide basi normative che giustificano la rigidità imposta dal piano ministeriale. La valutazione sulle concessioni e sulle proroghe delle stesse, infatti, si basa su fattori che «non sono stati fissati dalla legge (nemmeno in via generale e di massima), né individuati da un provvedimento amministrativo e sulla base di un’istruttoria compiuta dall’amministrazione procedente». Tutto da rifare dunque. Resta da vedere se l’Esecutivo impugnerà il provvedimento per difendere un Piano voluto soprattutto dal Movimento 5 Stelle nella passata legislatura o se si approfitterà di questa sentenza per ricominciare da capo e superarlo in via definitiva.

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