Il momento non era certo quello più adatto, così come i modi. E molto probabilmente nemmeno la persona destinataria di un’effusione un po’ troppo audace, quanto impacciata, era quella giusta. Un mix che si è tradotto nell’accusa di violenza sessuale per un ragazzo all’epoca dei fatti 14enne. Indagato nel 2022, è finito a processo. Ora è stato assolto dal tribunale per i minorenni di Bologna.
Ad accusarlo, tre anni fa, una ragazza poco più giovane di lui. Erano entrambi invitati a casa di un comune amico per la festa di compleanno a sorpresa organizzata in famiglia con svariati compagni e conoscenti. Nell’attesa del suo arrivo, un incontro in camera da letto avrebbe dato origine ai guai. I due adolescenti avevano inizialmente scambiato qualche chiacchiera. Lei gli aveva chiesto la possibilità di connettersi utilizzando l’hotspot del suo smartphone. Lui, animato da un debole nei suoi confronti, aveva colto la palla al balzo, chiedendole in cambio un bacio. Frase che poi ha giustificato come uno scherzo frainteso.
Sembrava finita lì. Invece un secondo approccio avrebbe aggravato le cose. Il ragazzo si era spostato in una camera appoggiandosi su un letto. Qui l’amica l’aveva raggiunto per poi sedersi sulle sue ginocchia. Un gesto interpretato come segnale per lasciarsi andare in un abbraccio. Tutto qui secondo l’imputato; difeso dall’avvocato Samuele De Luca, non ha nascosto al giudice che all’epoca fosse attratto dalla ragazza, la prima con la quale aveva tentato un contatto fisico un po’ più disinibito. Ha tuttavia aggiunto di non avere percepito alcun rifiuto, sostenendo oltretutto di non essersi spinto oltre quel contatto. Si sarebbe stupito quando, il giorno successivo, lei lo aveva bloccato su whatsapp. Per questo aveva cercato spiegazioni scrivendole su altri social.
La ragazza invece ha atteso alcuni mesi prima di raccontare l’accaduto. A casa non se n’era accorto nessuno. Avrebbe però rivelato tutto dopo l’incontro con le forze dell’ordine a scuola, nell’ambito di uno dei progetti di sensibilizzazione sul tema della violenza di genere. A quel punto la denuncia è partita d’ufficio portando i carabinieri a sentire anche i familiari della vittima, nell’ambito del fascicolo aperto dal pm Filippo Santangelo.
Secondo la linea difensiva dell’imputato, l’episodio sarebbe da circoscrivere nell’ambito di un approccio andato male tra ragazzini, in una cornice tra l’altro caratterizzata dalla presenza di molte perone che si sarebbero certamente accorte di un abuso. Invece la ragazza non manifestò alcun disagio, in apparenza. Oltretutto, dalla notifica della fissazione dell’udienza, lei stessa pare essersi disinteressata del procedimento. Argomentazioni presentate nel corso della discussione che ha portato alla fine all’assoluzione.