Una è impegnata a spazzare i frammenti delle vetrine da terra. Altre ripuliscono gli espositori, controllando quei pochi gioielli scampati alla razzia. Chiacchierano oltre le saracinesche abbassate del tutto o a tre quarti, mentre all’interno dell’Esp tutto sembra tornato alla normalità. Le commesse di Si Anelli esorcizzano così lo spavento di lunedì sera per l’assalto della banda armata che poco prima dell’orario di chiusura ha fatto irruzione all’interno della gioielleria, colpendo parallelamente anche l’altro negozio analogo dell’ipercoop, La Gioielleria. «Noi non c’eravamo», taglia corto una di loro, lasciando intendere che le due colleghe fuggite alla vista del commando si siano guadagnate la giornata di riposo. Anche l’addetto alla sicurezza del centro commerciale, unica persona a essere stata formalmente aggredita dai malviventi, è a casa. Ha rischiato grosso nel cercare di dare l’allarme non appena ha intuito che quel gruppo sospetto sarebbe entrato in azione; i malviventi prima gli hanno tolto di mano la ricetrasmittente per impedirgli di allertare colleghi e forze dell’ordine, poi l’hanno minacciato, trasformando il colpo in una rapina.
Un bottino degno di nota, compreso tra i 100mila e i 200mila euro. Difficile per ora stabilire una cifra precisa. Anche perché è ancora in corso l’inventario di quanto sottratto.
Più chiara, per ora la dinamica. Almeno quattro le persone che sono entrate in azione nei corridoi del punto vendita di via Bussato poco dopo le 20. E’ probabile che un quinto uomo sia rimasto fuori a fare da palo. Hanno usato l’ingresso adibito al carico/scarico merci, lato sud. Avevano il volto coperto da maschere in lattice, cappello o berretto in testa. Chi li ha sentiti parlare ha fornito descrizioni contrastanti sull’accento; qualcuno ha detto dell’est, altri hanno percepito invece un «italiano perfetto». A quell’ora all’interno di Si Anelli c’erano almeno quattro clienti, due ragazze, una signora e un altro giovane, tutti fuggiti non appena hanno visto due membri del commando scavalcare il bancone e mandare in frantumi le teche di protezione dopo averle scardinate con delle mazzette. Le due commesse, visibilmente spaventate, sono riuscite a loro volta ad allontanarsi, quasi non considerate dai banditi, uno dei quali armato di pistola. Le immagini forniscono una chiara visuale, che lascia propendere più per un’arma vera che una replica.
Di certo dei professionisti, gente preparata. Lo si capisce dal tempo impiegato per sparire con i sacchi pieni di preziosi, portati con un carrello della spesa: la rapina è durata due o tre minuti al massimo, prima di risalire a bordo dell’auto e districarsi a velocità record nel reticolo del parcheggio del centro commerciale. Nella fuga in direzione sud sembra che abbiano anche percorso un tratto di Statale 16 contromano.
Due i veicoli utilizzati nel piano: una Fiat Panda rubata pare nei dintorni di San Pietro in Vincoli e ritrovata nella giornata di ieri, e un’Alfa Romeo. Per quanto noto al momento, sono queste le poche tracce seminate dalla banda lungo il cammino, sulle quali sono al lavoro gli investigatori della Squadra Mobile nell’ambito del fascicolo aperto dal pm Francesco Coco per rapina aggravata.