Ravenna, agenti puniti per incidente, ma il capo della Polizia accoglie ricorso

Ravenna

Il Capo della Polizia Lamberto Giannini ha accolto, seppur in maniera parziale, due ricorsi gerarchici avanzati da due poliziotti della questura di Ravenna. Si trattava di un’opposizione a due sanzioni disciplinari di pena pecuniaria irrogate ad altrettanti poliziotti in servizio all’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico che, in qualità di autisti di volante, in distinte occasioni, nel corso di due diversi interventi di Polizia, avevano avuto incidenti che causarono danni all’auto di servizio. Lo ha reso noto ieri la segreteria provinciale del Sap con una nota. Lo stesso sindacato autonomo di polizia ha patrocinato i ricorsi. «In entrambi i casi - scrive il Sap in una lettera indirizzata all’attuale questore - il suo predecessore esercitò sui due dipendenti una leva punitiva che ritenemmo sin da subito sproporzionata, che si concluse con la trattenuta di parte dello stipendio per entrambi gli agenti. Peraltro agli atti del procedimento non appariva nessun riferimento all'ammontare del danno: il Capo della Polizia ha constatato infatti come l'intervento degli equipaggi fosse in itinere e che il ventilato danno in realtà fosse “lieve” con l'assenza di conseguenze perniciose per l'equipaggio». Il provvedimento, però, stando a quanto denunciato dal sindacato «causò un forte disorientamento in Questura, anche in considerazione dell’esperienza e dei curricula degli operatori coinvolti: poliziotti esperti e stimati, con oltre 25 anni di attività su strada, destinatari di numerosi riconoscimenti per meriti di servizio». I tentativi di ridimensionare l’accaduto avanzati dal Sap si rivelarono inutili e ai dipendenti non rimase altra strada che l’opposizione. «Si è così dovuto avviare un evitabilissimo lavoro per la predisposizione dei ricorsi, ma le censure mosse, già espresse vanamente al Questore, alla fine hanno trovato accoglimento, seppur parziale, presso il Capo della Polizia il quale ha derubricato le sanzioni pecuniarie disponendo la restituzione ai dipendenti delle somme loro trattenute. Poiché non è la prima volta che ciò avviene - continua il sindacato - siamo seriamente preoccupati per la gestione dello strumento disciplinare in questa provincia, visti i numerosi ricorsi accolti sia in sede gerarchica che giurisdizionale» Il Sap fa poi notare che «dal 2017 che in provincia di Ravenna i tentativi di conciliazione non hanno quasi mai trovato accoglimento ed i provvedimenti del Questore sono stati ribaltati o modificati solo in sede di ricorso. Fatto che genera un serio dubbio sulla sensibilità e competenza messe in campo dall’ufficio competente quando si pone di fronte alle istanze o alle vicende che coinvolgono i dipendenti». Infine un appello al questore: «Confidando nella sua sensibilità, vorremmo che questo trend fosse decisamente invertito evitando che il Sap si cali nel ruolo di novello “Robin Hood” che restituisce agli operatori di polizia ciò che l’Amministrazione locale pervicacemente non riconosce o addirittura toglie forzosamente dalle loro tasche: sappiamo bene che questa non è la contea di Nottingham, ma la Questura di Ravenna».

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