Pugnalate a colpi di forbici al rivale a Marina di Ravenna. Patteggia la pena e risarcisce

Cinque colpi sferrati con un paio di forbici. A giudicare dalla portata dei fendenti e dai punti vitali lambiti, avrebbero di certo potuto uccidere. Un’aggressione brutale, quella avvenuta la notte tra il 28 e il 29 maggio scorso davanti al Rocksea Bar di Marina di Ravenna. Tentato omicidio. Questa l’accusa contestata dalla Procura a Mario Esposito, 35enne di origine napoletana ma residente al Alfonsine, che ieri al termine dell’udienza preliminare davanti al giudice Andrea Galanti ha deciso di patteggiare la pena a 3 anni e 8 mesi. Una scelta che di fatto non ha permesso alla vittima, un 41enne ravennate, di costituirsi parte civile. A ben vedere può dirsi miracolato; e anche se al momento l’aggressore rimane agli arresti domiciliari, ha chiesto tramite il proprio legale, l’avvocato Antonio Diogene, che qualora tornasse libero gli venga proibito di avvicinarsi a meno di 500 metri.
Lite tra ex
Una tragedia sfiorata quella avvenuta nella notte di ormai sei mesi fa. Nessun dubbio sulla dinamica, anche grazie alle telecamere di sicurezza del locale sotto il cui obiettivo si svolse l’intera scena. I due uomini, entrambi compagni in passato della stessa donna, stavano avendo un confronto sulle modalità ritenute violente con le quali il 41enne - poi divenuto vittima dell’aggressione - si rapportava con la ex. Quando lei stessa si è presentata mostrandosi piuttosto alterata con quest’ultimo, il 35enne ha dapprima afferrato il rivale per il collo, poi ha estratto le forbici prese da casa e tenute nel giubbotto, con la lama lunga 7,5 centimetri, e lo ha pugnalato.
I colpi hanno raggiunto in particolare ad addome, collo e spalla. Coltellate affondate con un furia tale e in rapidissima successione, andando ad attingere zone giudicate dal medico legale anatomicamente pericolose, perché prossime a parti vitali del corpo. La donna aveva preso le difese dell’uomo che fino a pochi istanti prima aveva insultato: implorare il 35enne di smetterla tentando di frapporsi fra i due spingendo via l’aggressore non era servito a nulla.
La vittima se l’era cavata tutto sommato con poco, dopo il ricovero d’urgenza all’ospedale Bufalini di Cesena. Ma era stata la consulenza medico-legale a specificare i rischi che aveva corso, portando così il sostituto procuratore Silvia Ziniti a formulare il capo d’accusa (ieri in aula il pm Francesco Belvederi).
Il risarcimento
Il 35enne, dal canto suo, era stato collaborativo una volta trovatosi di fronte alla polizia di Stato, mostrando agli agenti della Squadra mobile il punto in cui aveva gettato il coltello, un tombino nella zona di via Tommaso Gulli. Difeso dall’avvocato Luca Donelli, ieri ha deciso di patteggiare la pena. Il legale ha anche chiesto la revoca degli arresti domiciliari (tutt’ora in vigore con permesso di recarsi al lavoro), istanza sulla quale il gup si è riservato. Nel frattempo, la parte offesa ha ricevuto un parziale risarcimento del danno.