Piscina a Ravenna, saranno chieste garanzie sulle società sportive del nuoto

C’è ancora la piscina al centro del dibattito politico in Consiglio comunale. I contenuti della delibera sono stati sintetizzati dall’assessore ai Lavori pubblici, Massimo Cameliani. L’atto prevede la concessione di una fideiussione bancaria di 3,5 milioni a garanzia del mutuo che Aquavanti srl intende contrarre per il finanziamento parziale dei lavori di costruzione della nuova piscina comunale. Il Consiglio comunale si è dovuto esprimere in merito, ed è stata l’occasione per tornare a discutere della struttura di via Falconieri, il cui cantiere è partito da qualche mese.
Le prime perplessità sul tema sono state sollevate da Chiara Francesconi, consigliera comunale di maggioranza (Progetto Ravenna), che ha espresso preoccupazioni soprattutto rispetto al fatto che non sia ancora stato definito il rapporto tra il nuovo gestore e le storiche società sportive ravennati. Per Francesconi, sono ancora troppi i temi da chiarire, soprattutto in relazione all’ipotetica futura gestione “commerciale” di iniziative che Ravenna ha sempre considerato anche nella loro “valenza sociale” e da sempre organizzate per il benessere dei cittadini stessi, a prezzi calmierati e con l’impiego di tecnici specializzati. Per questo la consigliera ha presentato un ordine del giorno, approvato dall’aula, affinché «sia assolutamente salvaguardato il patrimonio dell’associazionismo sportivo locale, che ha sempre garantito una pluralità, un’offerta per tutti e multidisciplinarietà, soprattutto dopo che si è appreso che si darà priorità alla vasca di 25 metri anziché a quella di 50 metri – come invece inizialmente previsto – e questo inevitabilmente porterà alla chiusura, per il periodo dei lavori, della vecchia piscina».
L’opposizione ha invece criticato, con gli interventi di Veronica Verlicchi (Pigna), Alberto Ancarani (FI), Renato Esposito, Pietro Maria Moretti (entrambi di FdI) e Alvaro Ancisi (LpRa), l’intera operazione avviata nel 2021; secondo i consiglieri contrari ha prodotto finora gravi disfunzioni, compromettendo la qualità del servizio natatorio offerto alla città, e continua a non offrire garanzie certe per il futuro delle numerose società sportive ravennati.
Il dibattito è stato alimentato dalla presentazione dell’ordine del giorno da parte di “Progetto Ravenna”: una proposta giudicata troppo generica dall’opposizione, che si è astenuta al momento del voto.
Da qui, la decisione del capogruppo Alvaro Ancisi – che condivideva parte delle premesse dell’odg di Francesconi – di presentare in aula, a nome di Lista per Ravenna e con la sottoscrizione di Alberto Ancarani, Nicola Grandi e Veronica Verlicchi, un contro-ordine del giorno ritenuto più stringente. Il documento chiede di salvaguardare il ruolo sociale della piscina comunale – attraverso l’accesso a prezzi calmierati, spazi adeguati per corsi e attività per tutte le fasce d’età e l’impiego di tecnici qualificati – e di garantire la sopravvivenza delle società sportive ravennati anche durante i tre anni stimati per la costruzione della nuova vasca da 50 metri. In particolare, si proponeva di realizzare nel frattempo una vasca provvisoria da 25 metri su area comunale, dedicata almeno agli allenamenti. Il testo è stato approvato da tutta l’opposizione, ma bocciato dalla maggioranza.