Oltre la fatica, venti ravennati “conquistano” lo Stretto di Messina

Venti ravennati sullo Stretto. Senza attendere l’ormai noioso ponte ideato dal ministro Salvini, nel weekend scorso, infatti, venti sportivi ravennati di ogni età hanno effettuato la traversata dello Stretto di Messina a nuoto (3200 metri) con l’assistenza della Colapesce Asd, che si occupa proprio dei gruppi che vogliono intraprendere questa avventura. Il gruppo era composto in gran parte da atleti del Romagna Tri e del Triathlon Team Ravenna, uniti in un gemellaggio spontaneo e sincero, nato dalla voglia di fare qualcosa di grande insieme.
Ecco l’elenco dei partecipanti: Marco Barbeitos, Elena Cavalazzi, Sabina Cipollini, Gianluca Cottignoli, Andrea Fanti, Stefania Gambi, Gerardo Langone, Alessandra Maioli, Roberto Mengarelli, Emanuele Padovani, Stefano Pilotti, Silva Ricci, Stefano Ricci, Michele Savini, Marzia Tamburini, Giovanni Trenta, Andrea Trevisani, Filippo Vaghetti, Eleonora Zanolli. Questa la testimonianza di uno dei partecipanti: «L’acqua era fredda, ma limpida. La corrente, dalla nostra parte, o forse semplicemente in armonia con il nostro passo. Bracciata dopo bracciata, ci siamo mossi compatti. Non come un branco, ma come un coro. Ognuno con il proprio ritmo, ma con lo stesso spartito. Il mare, a tratti, sembrava accarezzarci. Altri momenti ci ha messo alla prova, ricordandoci che l’elemento liquido è vivo, e pretende attenzione, ascolto, rispetto».
Raggiunta la riva, «la fatica era evidente. Ma c’era anche qualcosa negli occhi di tutti: una luce nuova. Quella consapevolezza che solo certe esperienze ti regalano. E in quel momento, scalzi sulla sabbia, col sale sulla pelle e il cuore gonfio, ci siamo resi conto che la traversata non finiva lì».
Secondo quanto raccontano i partecipanti, «attraversare lo Stretto è stato anche attraversare sé stessi. I propri limiti, i propri silenzi, le proprie convinzioni. E tornare a galla un po’ più forti, un po’ più leggeri, un po’ più noi. Non è stata una gara. Eppure ognuno ha vinto qualcosa. Un pezzo di paura superata. Un confine mentale spostato un po’ più in là».