Argini rafforzati, nuove aree di espansione a monte di Imola e la realizzazione della cassa di laminazione prevista dal Piano di bacino a valle della città.
Sono gli elementi principali della strategia regionale per la mitigazione del rischio idraulico lungo il fiume Santerno, presentata ieri in una nuova assemblea pubblica, a Sant’Agata sul Santerno, il comune del ravennate tra i più colpiti durante le alluvioni del 2023.
All’incontro hanno partecipato il presidente della Regione, Michele de Pascale, e la sottosegretaria con delega alla Protezione civile, Manuela Rontini. Presenti il sindaco di Sant’Agata, Riccardo Sabadini, la presidente dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, Elena Zannoni, i tecnici dell’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile.
“Dopo l’incontro dedicato al Senio- ha commentato de Pascale - abbiamo illustrato una proposta di interventi fondamentali per la messa in sicurezza di questo territorio, così da proteggere le persone, le imprese, l’ambiente circostante. Interventi- ha aggiunto il presidente- per cui la Regione è pronta ad anticipare le risorse”.
“Queste assemblee - ha aggiunto Rontini - sono una preziosa occasione per un confronto con le comunità colpite, per ascoltare le preoccupazioni dei cittadini, riportare il lavoro fatto insieme ai tecnici e illustrarlo a chi vive e lavora qui”.
Il progetto
Finalizzato a mitigare il rischio idraulico a protezione del territorio e di chi lo abita, riguarda una parte importante della Bassa Romagna. Il bacino idrografico del Santerno, dal Passo della Futa, scende, infatti, verso valle per attraversare i territori di Imola, Bagnara di Romagna e Sant’Agata sul Santerno, costeggiando diverse frazioni di Lugo e interessando anche aree dei comuni di Conselice e Alfonsine, prima di confluire nel Reno.
La strategia complessiva per la difesa idraulica lungo l’asta del Santerno, delineata anche nel Piano speciale preliminare, prevede diverse tipologie di intervento: l’attuazione delle opere strutturali di laminazione e ulteriori risezionamenti, il miglioramento della stabilità/resistenza del sistema arginale esistente nel tratto di pianura, lo svaso e la riprofilatura delle aree golenali nel tratto arginato tra Imola e il ponte di Villa Pianta (Alfonsine).
Più precisamente, è confermata la cassa di laminazione prevista dal Piano di bacino a valle di Imola; proseguiranno, inoltre, gli interventi di rafforzamento del sistema arginale, sempre a valle, mentre verranno avviati lavori per mantenere e recuperare aree di espansione del Santerno a monte di Imola. Infine, è prevista l’identificazione di aree idonee alla tracimazione controllata, da utilizzare in caso di estrema necessità, caratterizzate da un uso del suolo prevalentemente agricolo.
I lavori ultimati, in corso e in progettazione
Lungo l’asta del Santerno sono già stati ultimati cantieri per 6,1 milioni di euro, in gran parte dedicati al rinforzo degli argini e alla ricostruzione delle golene tra Mordano, Bagnara, Lugo, Massa Lombarda e Sant’Agata.
Circa 1 milione di euro, inoltre, è stato dedicato alla manutenzione ordinaria e straordinaria del bacino e delle sue sponde.
Attualmente, sono in corso numerosi cantieri di messa in sicurezza: due per un totale di 1,8 milioni di euro per opere dal confine con la Toscana fino a Imola, un altro da 500mila euro per il ripristino delle golene e degli argini franati in seguito al pompaggio delle acque dal canale di Reno tra Lugo e Alfonsine, uno da 1,3 milioni per il ripristino dell’alveo del fiume tra Santa Maria di Fabriago e San Bernardino e altri lavori da 1,2 milioni di manutenzione straordinaria lungo tutto il bacino.
Opere a cui si aggiungono i cantieri di messa in sicurezza dei rii minori (700mila euro) e della briglia di Codrignano (1 milione).
Infine, in progettazione sono previsti ulteriori tre interventi: lo svaso e il consolidamento delle aree golenali tra Imola e il Ponte di Villa Pianta ad Alfonsine, tramite la realizzazione di palificate e scogliere (2,5 milioni); il rinforzo dei rilevati arginali con diaframmi, palancolate e palificate lungo tutto il torrente (3 milioni) e il primo stralcio per il ripristino delle frane golenali (300mila euro).