Non si trova personale, molte farmacie chiudono a Ravenna in estate

RAVENNA - Allarme farmacisti sul territorio a causa di una crisi della professione sempre più evidente. Il presidente provinciale dell’Ordine dei farmacisti, Domenico Dal Re, mostra numeri impietosi: «Fino a sette anni fa, ogni sei mesi in provincia di Ravenna si iscrivevano in media all’albo circa 25 farmacisti. Da alcuni anni la situazione è cambiata e nello scorso luglio abbiamo registrato in provincia solo 5 ingressi. Sono numeri che non garantiscono un ricambio generazionale, tanto più che le farmacie sono sempre più un punto di riferimento, garantendo un numero maggiore di servizi».
Il problema in Romagna si fa ancora più evidente nel periodo estivo, con la Riviera presa d’assalto da turisti: «Un tempo le farmacie sul litorale rimanevano aperte fino alle 22 dando un servizio più vicino alle esigenze dei vacanzieri – spiega Dal Re -. Oggi, a causa delle difficoltà di reperire personale, spesso le strutture rimangono aperte solo fino alle 19,30. Altra problematica riguarda le farmacie di campagna, per le quali è complicato garantire un’adeguata turnazione. Nelle ultime estati ci sono state farmacie costrette a chiudere in quei periodi. In queste comunità i disagi possono essere maggiori rispetto a una città come Ravenna, in cui comunque una farmacia a disposizione si trova sempre. In campagna i problemi sono evidenti soprattutto nel fine settimana, dove si ricorre anche anche alla consegna a domicilio dalla città verso il forese».
Chiediamo a Dal Re quali sono le cause della mancanza di personale: «Le professioni sanitarie sono in crisi. Fare il farmacista è impegnativo per i turni richiesti. Non è raro che neolaureati optino per l’insegnamento che permette di conciliare al meglio i ritmi di vita e lavoro. L’Ordine si sta inoltre confrontando con le Università per aggiornare il ciclo di studi che ha perso un po’ di appeal. Per iscriversi all’Ordine è necessario laurearsi o in Farmacia o in Chimica e tecnologia farmaceutica. Sono entrambi corsi quinquennali in cui ci si concentra molto sulle discipline della chimica. L’Ordine vorrebbe corsi a maggiore vocazione sanitaria, anche perché le farmacie coprono uno spettro sempre più ampio di servizi. A breve, ad esempio, in Emilia Romagna le farmacie sperimenteranno la telemedicina che porterà a fare in struttura gli elettrocardiogrammi, holter pressori e cardiaci».