Al cimitero delle navi di Ravenna l'ombra di sacrifici e messe sataniche

I simboli dell’ombra
Una volta arrivati ai piedi della Vomv Gaz si capisce subito che quell’imbarcazione è stata e continua ad essere oggetto di visite. Con corde e funi è stata creata una scaletta a pioli che da terra consente di issarsi su, fin sopra il ponte del mercantile. Ed è qui che ha inizio il viaggio dentro il relitto. Si comincia dall’interno, dove tra scale che salgono e scendono si può tranquillamente girovagare per tutto il mezzo. Nella sala macchine, situata tre piani al di sotto della cabina di comando, si incontrano i primi simboli strani: la testa di un animale sgozzato dipinta sulla lamiera con colori blu e nero. Scalino dopo scalino la simbologia diventa sempre più esplicita. I “666” tracciati con lo spray sono più di uno, a cui spesso viene associato anche il pentacolo. Segni notoriamente satanici.
Oltrepassando le cabine ormai ammuffite, dove si trovano vestiti ammassati e scatole di medicinali sparse a terra, si arriva finalmente all’esterno, sull’immenso ponte di prua. Qui, dove un tempo venivano caricate le merci trasportate, oggi non c’è più nulla e le lamiere che cingono come un muro tutto il ponte sono diventate anche loro luoghi di simbologia occulta. Ancora una volta il “666” e poi tombe disegnate in giallo.
Tra esoterismo e ragazzate
In fondo al grande ponte, un anno fa - come dimostra una foto che oggi pubblichiamo - si trovava però un altro particolare. Cinque sedie prelevate da quella che un tempo era la sala mensa della nave erano state messe in cerchio e al centro era stato posto una specie di tavolino. Oggi quelle sedie sono state scaraventate fuori dalla nave, ma perché un anno fa erano state posizionate in quella strana posizione? Una domanda che, unita alla simbologia, potrebbe far pensare che la Vomv Gaz sia stata davvero meta di stravaganti rituali.
Se si sia trattato di vero esoterismo o di ragazzate è però impossibile da appurare. Esperti in materia che hanno visionato queste immagini e quelle di un anno fa parlano di simboli legati sicuramente a riti esoterici, ma che sembrano vergati da mani inesperte. Insomma qualcosa a metà tra le messe nere e uno stupido gioco di sbandati. Ma tra queste domande un dato resta: le navi della pialassa - una delle quali, la Berkan B, affondata proprio martedì - sono continuo oggetto di visita e di incursioni. E, data la loro precaria condizione, il pericolo è senza dubbio evidente.