Mussolini cancellato come cittadino onorario di Ravenna. Ma in consiglio è bagarre

Ravenna

RAVENNA. Ravenna cancella ufficialmente Benito Mussolini dall’albo dei cittadini onorari. Un risultato politico che arriva in serata grazie a due modifiche allo statuto approvate in Consiglio comunale: la prima toglie il Duce e i gerarchi fascisti dalla lista dei cittadini onorari; la seconda prevede una autodichiarazione di adesione ai principi della Costituzione per poter accedere all’assegnazione di sale pubbliche. Il tutto al termine di un lungo dibattito dai toni accesi in cui si sono alternate dichiarazioni di antifascismo e accuse di strumentalizzazione. La votazione si chiude con 25 voti favorevoli e due contrari, Alberto Ancarani di Forza Italia e Gianfilippo Nicola Rolando della Lega Nord, mentre alcuni decidono di non partecipare. «Negli albi ed elenchi dei cittadini onorari non può essere presente chi l’ha ricevuta nel ventennio e per meriti legati al fascismo», come Mussolini per la marcia su Roma, spiega il sindaco Michele De Pascale. Aggiungendo che sull’urgenza e priorità del provvedimento «ci sono opinioni diverse. È un tema trasversalmente molto o poco sentito». L’atto, prosegue, «si muove nel solco della Costituzione, non è di parte. Cerca di trovare linee concrete e praticabili. È una soluzione di buon senso». Che la Lega sia antifascista, riprende al termine degli interventi dei consiglieri, «lo prendo per assodato. Ma il tema è un altro: sapendo che ci sono elettori su posizioni estreme, alcuni comportamenti del suo leader Matteo Salvini sono volti a non dispiacerli».

Ad aprire il dibattito era stato poco prima il capogruppo del Partito democratico Fabio Sbaraglia ricordando che «si dà attuazione a un indirizzo del consiglio comunale», il cui iter era partito in seguito alla proposta di Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna), prima, e Massimo Manzoli (Ravenna in Comune), poi. Sbaraglia definisce la modifica da votare come «una proposta più affinata, mediata, coerente e di buon senso». Il forzista Ancarani però non ci sta e replica bollando la scelta del Pd come «un problema politico interno al partito e non della città». Orientamento che, a suo dire, tra l’altro sarebbe in contraddizione con quanto espresso nel corso della passata legislatura. Per Manzoli di Ravenna in Comune «non è una questione di riscrivere la storia. Non è corretto che nella lista dei cittadini onorari ci sia Mussolini». E sempre dall’opposizione Veronica Verlicchi della Pigna rimarca che «il principio ci trova d’accordo, il problema sono uso e applicazione, che non ci piacciono». Da qui la mancata partecipazione al voto. Ma è dai banchi della maggioranza Michele Distaso di Sinistra per Ravenna a scatenare la bagarre, invitando a riflettere sul fatto che «Salvini abbia scritto ’tanti nemici tanti onore’ il 29 luglio, giorno della nascita" del duce». Samantha Gardin della Lega lo invita «a scendere dal pulpito». Infine anche Ancisi di Lista per Ravenna è convinto che «la norma non risolve il problema», per cui «ve la votate voi, contenti voi, ma non i cittadini».

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