Fallimento Gapar: uno degli arrestati parla al gip, un altro si senta male in carcere

Ravenna

RAVENNA. «Ogni operazione l’ho fatta in assoluta trasparenza, senza mai frodare la Gapar». È la difesa di Bentivoglio Massaro, il ravennate ultimo proprietario della storica azienda di via Faentina specializzata nel commercio all’ingrosso di prodotti alimentari. Il commercialista, che si trova in carcere per via dell’indagine aperta dalla procura sul presunto fallimento pilotato della società, ieri pomeriggio è comparso davanti al gip per essere interrogato. Massaro è stato sentito dal giudice per oltre due ore, non sottraendosi ad alcuna delle domande che gli sono state poste. L’uomo è stato sentito in particolare sulla cessione delle azioni della Gapar, che secondo la Guardia di finanza e il pm Lucrezia Ciriello che hanno condotto l’indagine sarebbero state pagate con le medesime azioni della società. Sul punto il commercialista, difeso dall’avvocato Alessandro Melchionda del foro di Bologna, ha specificato che quelle azioni «sono state pagate dalla società garantita dal contratto» e che «nessuno sapeva che fosse stata finanziata dalla Gapar».
Al termine della contestazione di tutte le accuse mosse verso il suo assistito, l’avvocato Melchionda ha chiesto la revoca della misura cautelare o almeno un suo alleggerimento.
Non è invece comparso davanti al giudice per le indagini preliminari Mario Avolio.
Il 65enne amministratore dell’azienda, anche lui in carcere, si è infatti sentito male e verrà sentito nei prossimi giorni. a.cic.

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