Parla il “finto psicologo” a processo. «Mai praticato ipnosi ai pazienti»

«Non sono iscritto all’ordine»
Ripercorrendo il suo curriculum, l’imputato ha elencato un corso di medicazione conseguito a Cervia nel ‘99, la laurea triennale in Scienze della formazione per diventare educatore sociale nel 2005, seguita da un corso a Cesenatico e un tirocinio a San Patrignano. Poi tra il 2014 e il 2016 gli studi alla facoltà di Psicologia di Cesena. E ora, «non sono iscritto all’ordine, attualmente sono disoccupato, e nel futuro...».
L’ipnosi
Stando alla lunga indagine condotta dalla Guardia di Finanza - iniziata per alcuni accertamenti fiscali dovuti a imposte sul reddito mai versate per 600mila euro e Iva dimenticata per altri 120 mila euro -, Nanni avrebbe sottoposto i suoi “pazienti” all’ipnosi. «Erano terapie di rilassamento che nulla hanno a che fare con l’ipnosi», ha ribadito ieri l’imputato. Ma nello studio la targa riportava come descrizione “psicologia analogica e ipnosi dinamica”. In alcuni casi, il 43enne avrebbe consigliato anche prodotti omeopatici anziché i farmaci dovuti, nonostante tra le persone in cura ce ne fossero alcune anche affette da patologie più serie, come la schizofrenia. È su precisa domanda del pm che tre pazienti - testi della difesa rappresentata dall’avvocato Francesco Alagna del foro di Firenze - hanno confermato che il contatto dello studio lo avevano avuto tramite amici e conoscenti, e che avevano preso appuntamento (per sedute da 40 euro l’una) cercando proprio «uno psicologo». Posizione che contrasta con quanto dichiarato dall’imputato, il quale ha sempre sostenuto di essersi presentato come concellor o life coach, non come medico. Sta di fatto che tra le 45 parti offese individuate dalla procura, almeno una quindicina ha scelto di costituirsi parte civile (rappresentate dagli avvocati Colliva, Bravi, Arcuri e Camprini), e con loro anche l’ordine degli Psicologi.