Medico travolto e ucciso a Ravenna: tracce di eroina nell’automobilista
L’accusa trova fondamento nelle analisi effettuate sul conducente dell’auto contro la quale si schiantò lo scooter del medico 55enne, dirigente del reparto di Radiologia dell’ospedale di Ravenna. Era risultato negativo all’alcoltest, ma nel sangue erano emerse tracce di morfina, presenti in quantità pari a 6,3 ng/ml; le successive verifiche sulle urine avevano poi evidenziato la presenza di eroina. Quanto basta per contestare l’ipotesi di reato più grave dell’articolo 589 bis, che prevede una pena da 8 a 12 anni per chi provoca la morte di una persona guidando sotto l’influenza di alcol o droghe.
L’incidente fatale
Passari, da 20 anni dirigente di primo livello, condivideva la propria competenza di medico interventista (in grado cioè di intervenire in sala operatoria in caso di necessità di esami radiografici durante fasi chirurgiche) tra gli ospedali di Ravenna e Cervia.
Erano circa le 16.40 del 27 maggio, quando avvenne il dramma. Stava tornando verso Ravenna lungo la Ss16, in sella alla sua Yamaha Xmax. All’altezza dello svincolo per le Terme di Cervia, la Renault Megane del 52enne gli tagliò la strada svoltando su via Di Vittorio. L’impatto contro la fiancata destra dell’auto fu violentissimo, facendo sbalzare dallo scooter il medico, che piombò a terra alcuni metri più avanti. Sul posto era intervenuta la Polstrada per i rilievi, mentre ambulanza ed elicottero del 118 avevano portato Passari al “Bufalini” in condizioni disperate. Qui morì il giorno successivo.
Le indagini
Dopo il decesso la Procura, rappresentata dal sostituto procuratore Angela Scorza, aveva aperto un fascicolo nei confronti del conducente dell’auto, difeso ora dall’avvocato Silvia Cortesi. Nei giorni successivi erano arrivate note di cordoglio da parte dell’Ausl e da numerose personalità dell’ambito sanitario romagnolo, strette attorno al dolore dei familiari, moglie, figli e fratelli del medico, ora tutelati dagli avvocati Virginia Lusa e Alessandro Docimo.