Da Peter Cameron a Juhmpa Lahiri “Scritture di frontiera”oltre i confini

Ravenna

RAVENNA. Comprendere meglio come superare il concetto di confine attraverso autori che con i loro libri ci hanno “aperto” barriere geografiche, fisiche, ideologiche e mentali. È quanto proporrà Scritture di frontiera, il percorso in cinque incontri alla Biblioteca Classense di Ravenna con importanti personalità internazionali come il premio Pulitzer Juhmpa Lahiri e lo scrittore americano Peter Cameron, ma non solo. Il progetto vede assieme Scrittura festival, assessorato all’Immigrazione del Comune di Ravenna, Amnesty International e Istituzione Biblioteca Classense con la direzione artistica di Matteo Cavezzali.

Cameron e le inquietudini

Sarà Peter Cameron con il suo libro Gli inconvenienti della vita (Adelphi) ad aprire il ciclo di incontri mercoledì 13 marzo alle 18 alla Classense. L’autore americano di Un giorno questo dolore ti sarà utile (Adelphi) parla delle forme di inquietudine della vita dialogando con Cavezzali. Queste storie raccontano due diverse e molto singolari forme di inquietudine: il malessere sottile che si allarga come una crepa nella vita in comune di due uomini, e la lunga guerra «misteriosa e mai dichiarata» in cui può trasformarsi un matrimonio di vecchia data. Si parlerà quindi dei rapporti tra le persone e anche di omosessualità.

Enia tra sbarchi e naufragi

Lunedì 18 marzo alle 18 lo scrittore, attore e regista teatrale Davide Enia parla di Appunti per un naufragio (Sellerio) che descrive così: «Ho frequentato Lampedusa per anni. Ho visto sbarcarvi qualche migliaio di persone, ho incontrato il personale medico e gli uomini della Guardia Costiera, ho mangiato a casa dei residenti, sono uscito in barca con i pescatori, ho ascoltato ragazzi sopravvissuti alla traversata e ho dialogato con i testimoni».

Barbujani, il genetista

Mercoledì 20 marzo alle 18 spazio al genetista e docente universitario Guido Barbujani con Il giro del mondo in sei milioni di anni (Il Mulino). L’autore si chiede quante umanità diverse – dagli Austrolopiteci a Neandertal, a Homo sapiens – si sono succedute e incrociate sulla Terra? Quali percorsi hanno seguito, dalla loro prima uscita dall’Africa fino alla diffusione in tutto il pianeta?

Lahiri, radicamento ed estraneità

Grande attesa per l’incontro di sabato 23 marzo alle 11, sempre alla Classense, con l’autrice Premio Pulitzer Jhumpa Lahiri per parlare di Dove mi trovo (Guanda). «Sono io e non lo sono, vado via e resto sempre qui. Questa frase scompiglia brevemente la mia malinconia come un sussulto che fa oscillare i rami, che fa tremare le foglie di un albero», ha detto l’autrice, figlia di indiani, residente a New York e docente di scrittura all’università di Princeton. Nel 2000 è stata la prima scrittrice esordiente ad aggiudicarsi il Premio Pulitzer per la narrativa con la raccolta di racconti intitolata Interpreter of maladies(l’interprete dei malanni). Jhumpa Lahiri dialogherà con Matteo Cavezzali e lo scrittore Stefano Bon.

Faloppa, il razzisti a parole

Chiude la rassegna il 27 marzo alle 18 alla Classense l’ultimo ospite di Scritture di frontiera: sarà Federico Faloppa con Razzisti a parole (per tacer dei fatti) (Laterza). Il razzismo – quello più subdolo, quello a parole – è uno spettro che s’aggira per l’Europa. Le parole del razzismo saranno raccontate da Federico Faloppa, docente all’università di Reading e collaboratore di Amnesty International. Dialogherà con lui Luca Cortesi di Amnesty Ravenna.

Al progetto hanno collaborato i volontari della associazione Onnivoro: Stefano Bon, Stefano Carattoni, Luca Cortesi, Angela Longo e Alberta Longo.

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