I grandi illustratori della Divina Commedia

Ravenna

RAVENNA. Si è aperta al Museo d'arte della città di Ravenna “Divina Commedia. Le visioni di Doré, Scaramuzza, Nattini”, mostra di grande impatto visivo ed emotivo con cui il Mar, nell’anno delle celebrazioni del 750° anniversario della nascita di Dante Alighieri, partecipa alle manifestazioni in onore del Sommo poeta.

L’esposizione, realizzata in collaborazione con la fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo, vicino a Parma, e curata da Stefano Roffi, fu già allestita proprio a Mamiano nel 2012, ma viene ora proposta a Ravenna in versione integrale, con circa 500 opere, tra incisioni, acquerelli e un olio.

«La mostra – spiega la direttrice del Mar, Maria Grazia Marini – è davvero imponente, e rappresenta un’immersione completa nella Divina Commedia dal punto di vista di tre grandissimi artisti». Le serie illustrative di Francesco Scaramuzza (Sissa 1803 – Parma 1886) e Amos Nattini (Genova 1892 – Parma 1985) possono essere considerate le più importanti realizzazioni di questo tipo in Italia, per compiutezza ed estensione del progetto.

Tramite il confronto con le celebri incisioni di Gustave Doré (Strasburgo 1832 – Parigi 1883), la mostra costruisce un percorso che offre al visitatore confronti insoliti, diacronici e ricchi di spunti.

«Il progetto espositivo intende rendere onore a tutti e tre gli artisti senza alcuna “graduatoria” di merito – sottolinea il curatore, Stefano Roffi –. Spesso Dorè è percepito come l’unico illustratore della Divina Commedia, ma qui mostriamo le opere eccezionali di questi due artisti italiani, che non sfigurano in alcun modo rispetto al francese, sebbene abbiano goduto di meno notorietà. Anzi, a suo tempo alcuni critici preferirono il lavoro di Scaramuzza a quello di Dorè».


Nella prima parte della mostra si trovano le illustrazioni di Amos Nattini, il cui grandioso progetto di trasporre in cento tavole il poema dantesco non incontrò ostacoli e ottenne da subito un grandissimo successo. Una delle ragioni di tale successo sta nella stima e nel sostegno ricevuti da Gabriele D’Annunzio, che nel 1919 lo incoraggiò a intraprendere questa colossale impresa. L’interpretazione di Nattini del poema si muove su toni completamente diversi da quelli visti fino a quel momento. I suoi personaggi sono superuomini dannunziani, che si muovono in paesaggi sospesi, onirici, dove il dramma costituisce solo un debole sfondo.

«Alcuni scorci di Nattini – evidenzia Roffi – sono tra i più forti mai visti nella storia dell’arte».

La seconda sezione della mostra è dedicata invece all’esposizione integrale delle illustrazioni di Scaramuzza, risalenti agli anni sessanta e settanta dell’Ottocento, poste in dialogo con le coeve opere di Doré. Le illustrazioni del francese vengono pubblicate dal 1861 fino al 1868, mentre nel 1865, anno della prima edizione italiana dell’“Enfer”, Scaramuzza inizia a lavorare ai disegni per il suo Inferno, dietro commissione del governo di Parma, in vista della pubblicazione di una grande edizione della Commedia.


Ingresso 5 euro, dal martedì alla domenica dalle 9 alle 18. Fino al 10 gennaio.

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