Nell’esclusivo resort Villa Abbondanzi bar e gazebo abusivi. Intesa con il Comune di Faenza, slitta la demolizione

Gazebo, bar e pertinenze abusive a Villa Abbondanzi, il più esclusivo dei resort faentini, frequentato da volti noti dello sport, dello spettacolo, della politica e dell’imprenditoria: le opere «realizzate senza idoneo titolo abilitativo» e «in contrasto con gli strumenti urbanistici vigenti» sono i locali di servizio in ampliamento al ristorante I 5 Cucchiai, il chiosco-bar vicino alla piscina scoperta, la sala “Magnolia” per le riunioni e il ripostiglio annesso, un pergolato in ferro a servizio del resort e uno in legno per il ricovero delle biciclette in uso agli ospiti della struttura. Immobili che ora dovranno essere demoliti, ma con calma, visto che si tratta di spazi in cui si svolge l’attività d’impresa e, stando alla legge regionale 23 del 2004, in assenza di ingiunzione alla demolizione da parte degli uffici pubblici competenti, per casi di questo tipo è possibile proporre un accordo all’Amministrazione. Occasione colta dalla società “Roberto Bucci e C. Immobiliare Srl”, che ha presentato l’istanza in Comune prendendo anche l’impegno a fornire garanzia fidejussoria per un importo pari a 71.631,81 euro. E Palazzo Manfredi ha accettato.
È il quadro che emerge dai documenti freschi di pubblicazione sull’albo pretorio del Comune: pochi giorni fa la Giunta ha infatti approvato la proposta di accordo avanzata dalla società nell’agosto scorso, che prevede di demolire le costruzioni abusive solo quando saranno stati già realizzati «nuovi fabbricati e/o ampliamenti di quelli esistenti, a norma di legge, nei quali trasferire le funzioni in essere con un intervento complessivo di ampliamento» del resort turistico-ricettivo e ristorativo, «senza compromettere l’attività di impresa insediata». Lavori che, si legge nella relazione tecnica allegata, dovrebbero concludersi «nel giro di tre anni dalla data di inizio». Chioschi e pergolati abusivi, invece, come si legge nello stesso documento sarebbero stati costruiti senza gli idonei titoli abilitativi «per l’urgenza del momento» dettata da una «esigenza di sviluppo».
Con la delibera della Giunta, da parte sua la municipalità si prepara ad incassare la fidejussione e riconosce che «Villa Abbondanzi e il relativo ampliamento dell’attività di impresa corrispondono anche a interessi pubblici, in quanto generanti nuovi posti di lavoro e concorrenti alla dotazione del Comune di Faenza di un’offerta turistico-ricettiva e ristorativa di prestigio». Insomma, il Comune sceglie la linea morbida con la società privata che fa valere un diritto previsto dalla legge, promettendo di «presentare nel breve termine» un progetto complessivo delle opere di ampliamento, in previsione delle quali Palazzo Manfredi garantisce «innegabili vantaggi per la collettività» portati dall’attività insediatasi nel 2006. Per quanto riguarda questo aspetto, la relazione tecnica illustra in poche righe le intenzioni del privato: oltre a «modifiche e ampliamenti» sulla ricostruzione di quanto demolito, si cita anche «la nuova costruzione di un capannone da adibirsi in parte a deposito delle attrezzature per la cura del verde ed in parte a centrale termica a servizio di Villa Sirene, che risulta anch’essa facente parte dell’attività del Resort Villa Abbondanzi».