Morto durante il ricovero: «Il paziente non fu ventilato». Tre medici dell’ospedale di Lugo davanti al giudice

Seppur grave, il quadro clinico era reversibile. Sarebbe bastata una ventilazione e il paziente probabilmente sarebbe sopravvissuto. Il decesso invece di un 81enne, avvenuto all’ospedale di Lugo il 19 dicembre del 2019 ha portato i familiari a denunciare i medici, i potizzando per alcuni di loro anche l’omicidio volontario. Dagli iniziali 15 indagati, le accuse sono rimate in piedi per tre: la neurologa 65enne e due rianimatori di 44 e 49 anni. L’accusa è però di omicidio colposo. Mercoledì, dopo la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal sostituto procuratore Marilù Gattelli, si è tenuta l’udienza preliminare davanti al giudice Andrea Galanti, che ha rinviato il processo a maggio alla luce della richiesta, da parte della difesa dell’anestesista (rappresentata dagli avvocati Ermanno Cicognani e Luigi Gualtieri), di procedere con rito abbreviato condizionato, che comporterà pertanto l’escussione di periti e consulenti di parte.
La posizione della 65enne riguarda infatti una consulenza che le fu affidata in occasione del ricovero, il 21 novembre di quell’anno per insufficienza renale, ipotensione, problemi respiratori e ictus ischemico, circa un mese prima del decesso. Le si contesta l’errata diagnosi di epilessia, che avrebbe comportato la prescrizione di medicinali come Valium e Biase per via endovenosa, che avrebbero provocato la perdita di conoscenza nel paziente. Anche le successive decisioioni sarebbero state errate a giudizio della Procura; altri medicinali come il Diazepam sarebbero stati prescritti senza effettuare prima l’emogasanalisi, provocando l’insufficienza respiratoria.
La gestione delle fasi più critiche del ricovero tirano in ballo i due medici rianimatori (assistiti dagli avvocati Ermanno Cicognani e Riccardo Artelli). Secondo la ricostruzione del pm, non avrebbero effettuato la ventilazione meccanica dell’anziano, che sarebbe stata sufficiente a salvarlo. Questione controversa che a suo tempo portò i familiari, assistiti dall’avvocato Chiara Rinaldi a presentare un esposto accusandoli anche altri medici, e sommando alle accuse pure il falso relativamente alle informazioni cliniche. Per i due anestesisti la discussione del rito abbreviato è attesa per il prossimo giugno.