Minime tra 27 e 28 gradi, poi grandine come monete: conta dei danni nei campi

Ravenna
  • 06 luglio 2025

Il caldo non allenta la morsa nonostante il temporale, che più che alleviare la calura ha provocato ingenti danni in agricoltura. Solo temporanei quindi i benefici sul fronte climatico con le temperature che si sono mantenute ben al di sopra della norma. Persino di notte.

Notte tropicale

Ieri infatti si sono toccati valori minimi da record, ovviamente non in senso positivo, tra 27 e 28 gradi come a Gatteo Mare, Pinarella, Punta Marina, Lido di Classe, Cesenatico, Bellaria e Porto Corsini. Non molto meglio a Rimini con 26.8 gradi, ma quella tra venerdì e ieri è stata una notte tropicale, ovvero con valori superiori ai 20 gradi, perfino oltre i mille metri di Campigna.

Nel pomeriggio, con l’arrivo delle precipitazioni, il quadro è cambiato, ma non in meglio, con grandinate sparse che hanno colpito in particolare alcune aree di collina del Ravennate con chicchi radi ma di diametro superiore a quello di una moneta da due euro. Secondo un primo monitoraggio avviato da Coldiretti tra gli associati, le zone più colpite, con danni già evidenti su frutteti, uliveti e vigneti, sarebbero quelle di Borgo Rivola, Isola, Rontana, Strada Casale e Fognano. «Purtroppo - si legge in una nota della Coldiretti Ravenna - l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma come il rapido passaggio da temperature infuocate a grandinate e bufere di vento. L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive e paga quotidianamente le conseguenze di questi sfasamenti climatici che hanno causato, al settore, dalla siccità alle alluvioni, una perdita in Italia di 20 miliardi di euro nel corso dell’ultimo decennio».

I danni

In campagna si sta già facendo la conta dei danni. «Tra forti precipitazioni alternate a siccità roventi, cali di fertilità del terreno e difficoltà di ripristino dopo le alluvioni, rischio di grandinate, stress idrico, riduzione delle rese gli effetti del cambiamento climatico sono già evidenti da anni». spiega Legacoop Romagna. E l’avvio dell’estate 2025, come risulta dalle rilevazioni delle cooperative agroalimentari associate, purtroppo non fa eccezione. I primi riscontri provenienti dalle Cooperative Agricole Braccianti della provincia di Ravenna - che insieme conducono circa 11mila ettari di terreni - evidenziano che la campagna dei cereali, ancora non terminata, presenta un calo delle produzioni fino al 50%, dovuto all’estrema piovosità dell’inverno e primavera scorsi. Questo ha gravemente compromesso e ritardato le semine e le lavorazioni dei terreni. Terremerse e Fruttagel evidenziano un quadro complesso soprattutto per quanto riguarda le colture industriali da ortaggi, che vengono poi trasformate sotto forma di conserve e surgelati. In particolare sul pomodoro da industria, prima la pioggia ha interrotto i trapianti e poi l’ondata di caldo ha portato ad una forte sofferenza delle coltivazioni, che avranno rese molto più basse, a parità di superfici dedicate rispetto al 2024. L’industria sta incentivando i secondi raccolti per cercare di recuperare le rese. Nel Cesenate - dove operano Apofruit e Cooperativa Agricola Cesenate - le criticità più rilevanti si erano registrate invece fra inverno e primavera, quando gli eccessi di piovosità e il clima umido avevano provocato parecchi danni e la distruzione di alcune centinaia di ettari di colture. E più in generale, le produzioni necessitano di molte più irrigazioni, con conseguente necessità di maggior manodopera e costi aggiuntivi. Per quanto riguarda la frutta, non si registrano diminuzioni di produzione, quanto piuttosto una forte disponibilità nei magazzini in un arco temporale breve che fa temere fenomeni speculativi nella fase della commercializzazione e carenza di prodotto nella catena distributiva, mentre nel settore vitivinicolo, le prime stime sulla produzione di uva sono molto prudenti: il dato non è generalizzato e piuttosto a macchia di leopardo, ma in diverse zone della Romagna si potrebbe avere una riduzione. «Il quadro che emerge dalle cooperative - commenta il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi - non è ancora drammatico, grazie soprattutto alla capacità organizzativa messa in campo dal mondo cooperativo, che attraverso le sue strutture di riferimento affianca i soci in uno dei momenti più delicati per tutto l’agroalimentare italiano, e a un sistema irriguo che ancora regge». Ma il futuro è incerto. «Anche per questo abbiamo aderito alla petizione sulla Politica Agricola Comune europea, che deve essere mantenuta e anzi potenziata».

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