Solo un gonfalone, ma nessun rappresentante del Comune di Bertinoro. Né l’attuale Commissario (nominato dopo le dimissioni della sindaca Gessica Allegni) né un dirigente e nemmeno un discorso inviato per essere letto durante le celebrazioni del 38° anniversario dei morti della Mecnavi. Non un giorno qualsiasi, ma quello dedicato al ricordo di una delle più grandi tragedie sul lavoro dell’Italia repubblicana; costata la vita a tredici persone, cinque delle quali provenienti proprio da Bertinoro.
E se l’assenza del commissario prefettizio era stata annunciata agli organizzatori della cerimonia nei giorni scorsi (per «concomitanti impegni»), quello che non si poteva davvero immaginare era l’assenza anche di un’alternativa che andasse oltre il semplice gonfalone, portato a Ravenna da due uomini della Protezione civile.
Inutile dire che in una giornata di alto valore simbolico, l’assenza è stata notata, lasciando una macchia che va oltre il semplice protocollo.
La cerimonia - che come tutti gli anni si è svolta sotto la scalinata del Comune dove una lapide ricorda quella tragedia - prevedeva un primo momento alle 9:30 con la deposizione della corona e a seguire - stando al programma divulgato dal Comune di Ravenna - gli interventi di Fabio Sbaraglia, sindaco facente funzioni del Comune di Ravenna e appunto di Domenico Campanale, commissario prefettizio del Comune di Bertinoro. Dopo di loro a prendere la parola sarebbe toccato a Francesco Marinelli, segretario generale della Cisl Romagna, a nome di tutti gli altri sindacati: Cgil, Cisl e Uil.