Mattinata di disagi in mezza Romagna: decine di treni cancellati, in ritardo o ridimensionati nella tratta

Sette ore di disagio, dalle tre e mezza di notte fino stamattina, poco prima delle undici. Con tutta la dorsale adriatica della mobilità ferroviaria compromessa, per un problema che ha coinvolto il sistema di distanziamento automatico dei treni. Un dispositivo che, qualora fosse interessato da un guasto, impone protocolli molto rigorosi per evitare incidenti. Così gli effetti sulla circolazione dei treni sono stati molto pesanti. A operarne un consuntivo è la stessa Rfi: si sono verificati rallentamenti fino a 200 minuti per quattordici treni Alta Velocità, quattro Intercity e quindici Regionali. Ben quindici Regionali sono stati invece del tutto cancellati, mentre sedici Regionali e due Intercity sono stati limitati nel percorso. Il fulcro del problema risiedeva nel nodo fra Castel San Pietro e Bologna e questo ha portato i pendolari del mattino di mezza Romagna ad accumulare ritardi che negli orari cruciali di entrata a lavoro variavano fra gli ottanta e i centoventi minuti. Moltissimi i cittadini che hanno rinunciato al servizio per riparare con mezzi propri, anche se Trenitalia e Trenitalia Tper hanno intensificato l’assistenza per andare incontro alle esigenze dei molti utenti che hanno dovuto far fronte al problema, sia a bordo treno che nelle stazioni coinvolte dai disagi. I tecnici di Trenitalia sono poi riusciti ad ovviare al guasto e, lentamente, a partire dalle 10:25, la situazione è gradualmente tornata alla normalità. Una situazione che, in particolare nella zona del Ravennate, vastamente coinvolta dai disservizi, ha rinfocolato le polemiche già emerse dal rapporto Pendolaria, che all’inizio del 2024 aveva messo la linea fra il capoluogo bizantino e Bologna come una delle peggiori d’Italia, con un 10% di treni a rischio soppressione e uno su cinque coinvolto da ritardi.