Madri lavoratrici, Ugl Terziario: “Estendere il divieto di licenziamento da uno a 3 a anni”

Il sindacato Ugl Terziario Romagna continua la sua battaglia in favore delle madri lavoratrici, questa volta chiedendo di alzare le tutele delle madri lavoratrici che vanno ben oltre la 151/2001.

“Mantenere alta la guardia a favore della madre lavoratrice - si legge in una nota - e raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati è un nostro dovere come Sindacato ma anche un diritto che la madre lavoratrice deve avere in questi tempi dove è sempre più a rischio la perdita volontaria del posto di lavoro per accudire la famiglia”.

I 6 punti

Continua la nota: “Abbiamo 6 punti che vanno a rafforzare la famiglia , la madre lavoratrice nel suo doppio compito prezioso”.

1) portare il divieto di licenziamento della madre lavoratrice non prima dei 3 anni di vita del figlio - oggi la normativa prevede entro il 1° anno di vita ;

2) aumentare il numero dei partecipanti part time post partum nelle aziende - oggi nel commercio è prevista la possibilità di una sola persona 3% della forza del pdv, noi chiediamo almeno 3 persone per pdv;

3) per i primi 6 anni di vita del figlio lavorare una sola domenica al mese .

4) per i primi 6 anni di vita del figlio avere un orario di lavoro giornaliero comprensivo di stacco che non superi le 8 ore - ricordiamo che nel commercio si arriva ad essere impegnati anche 12 ore al giorno se si conta anche lo stacco tra la fine di un turno e l’inizio dell’altro;

6) entrata al lavoro con orario flessibile e programmazione mensile per la stessa madre lavoratrice compensando poi lo stesso orario con le esigenze aziendali in periodo concordato tra le parti.

“Riteniamo importante - si chiude la nota - la conciliazione vita - lavoro perché molto spesso la presenza e il lavoro in azienda è dato da una buona conciliazione vita-lavoro - che soddisfa entrambe le parti. Per questo motivo, a breve partiranno le assemblee nelle aziende del Terziario-Commercio al fine di far votare agli stessi dipendenti le proposte che fanno bene alla salute delle famiglie e delle aziende. Dobbiamo sempre ricordarci che la legge deve essere fatta per il lavoratore e non viceversa se vogliamo mantenere diritti delle madri lavoratrici “inalterati”.

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