Madri lavoratrici, Ugl Terziario: “Estendere il divieto di licenziamento da uno a 3 a anni”

  • 07 ottobre 2024

Il sindacato Ugl Terziario Romagna continua la sua battaglia in favore delle madri lavoratrici, questa volta chiedendo di alzare le tutele delle madri lavoratrici che vanno ben oltre la 151/2001.

“Mantenere alta la guardia a favore della madre lavoratrice - si legge in una nota - e raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati è un nostro dovere come Sindacato ma anche un diritto che la madre lavoratrice deve avere in questi tempi dove è sempre più a rischio la perdita volontaria del posto di lavoro per accudire la famiglia”.

I 6 punti

Continua la nota: “Abbiamo 6 punti che vanno a rafforzare la famiglia , la madre lavoratrice nel suo doppio compito prezioso”.

1) portare il divieto di licenziamento della madre lavoratrice non prima dei 3 anni di vita del figlio - oggi la normativa prevede entro il 1° anno di vita ;

2) aumentare il numero dei partecipanti part time post partum nelle aziende - oggi nel commercio è prevista la possibilità di una sola persona 3% della forza del pdv, noi chiediamo almeno 3 persone per pdv;

3) per i primi 6 anni di vita del figlio lavorare una sola domenica al mese .

4) per i primi 6 anni di vita del figlio avere un orario di lavoro giornaliero comprensivo di stacco che non superi le 8 ore - ricordiamo che nel commercio si arriva ad essere impegnati anche 12 ore al giorno se si conta anche lo stacco tra la fine di un turno e l’inizio dell’altro;

6) entrata al lavoro con orario flessibile e programmazione mensile per la stessa madre lavoratrice compensando poi lo stesso orario con le esigenze aziendali in periodo concordato tra le parti.

“Riteniamo importante - si chiude la nota - la conciliazione vita - lavoro perché molto spesso la presenza e il lavoro in azienda è dato da una buona conciliazione vita-lavoro - che soddisfa entrambe le parti. Per questo motivo, a breve partiranno le assemblee nelle aziende del Terziario-Commercio al fine di far votare agli stessi dipendenti le proposte che fanno bene alla salute delle famiglie e delle aziende. Dobbiamo sempre ricordarci che la legge deve essere fatta per il lavoratore e non viceversa se vogliamo mantenere diritti delle madri lavoratrici “inalterati”.

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