Lo storico dj Luigi Bertaccini: “Max Pezzali e gli Ac/Dc? Teniamoci stretti anche i piccoli concerti”

«I bagni di folla di Max Pezzali e Ac/Dc a Imola? Sono ovviamente contento, soprattutto per i tanti professionisti che lavorano dietro le quinte di questi grandi eventi. Sono preoccupato però per tutto il resto, come per esempio per i costi che diventano sempre più alti e per i piccoli locali che non ce la fanno più». A parlare è Luigi Bertaccini, storico dj e grande esperto di musica, sia italiana sia internazionale, curatore tra le tante attività della rassegna Peter Pan in 3D a Marina di Ravenna.
Max Pezzali ha portato all’autodromo 85mila persone, gli Ac/Dc ne porteranno circa 70mila. La Romagna sta finalmente tornando protagonista in questa corsa verso i grandi numeri?
«Non dimentichiamo che a Imola, anni fa, si organizzava l’Heineken Jammin’ Festival, quindi alle spalle c’è una tradizione molto fortunata. Per Pezzali adesso è il suo momento, non c’è dubbio. Gli è andata bene, non era scontato, anche perché si è giocato tutto in una unica data. Non a tutti va bene così, accade spesso che ci siano flop clamorosi, mentre altri artisti preferiscono battere altre strade».
Si riferisce a qualcuno in particolare?
«Cito l’esempio degli Afterhours, giusto per restare in Italia. Loro stanno facendo un tour di una ventina di date, in posti più piccoli, per avere un contatto maggiore con il pubblico. E riscuotono un grande successo».
Una modalità che lei preferisce, giusto?
«Sì, anche se adesso è il periodo dei mega-eventi, di Ultimo che vende 250mila biglietti. Solo in futuro vedremo chi davvero ci avrà guadagnato. Il rischio è che sia solo una grande bolla che può scoppiare da un momento all’altro».
La considera una punta dell’iceberg che corre il rischio di nascondere tutto il resto?
«In un certo modo è così, in quanto i costi stanno diventando sempre più alti, e quindi insostenibili. Ma questo capita in tutto il mondo, non solo in Italia. E alla fine a rimetterci sono i locali di piccole e medie dimensioni, che non si possono permettere più gli artisti che solo qualche anno fa calcavano i loro palchi».
Da dove parte questa deriva?
«Di sicuro dalla esplosione dei talent. Ormai la musica viene venduta dalle grandi corporazioni solo tramite i concerti dal vivo. Una volta, neanche troppo tempo fa, cantanti come Salmo e Ghali si esibivano in posti piccoli. Adesso non accade più, perché si è sempre alla ricerca di numeri importanti».
E la Romagna come si difende in una situazione del genere?
«Lo fa con i locali che puntano sulla qualità e con i mezzi che ha a disposizione. Faccio giusto l’esempio di Marina di Ravenna, che in pochi chilometri può contare su posti come Hana-Bi, Peter Pan e Finisterre che propongono eventi piccoli, ma con artisti di spessore, attirando tanta gente. Esistono ancora molto entusiasmo e passione attorno alla musica – termina Bertaccini – cerchiamo di non disperderli».