Lascia in eredità quadri al museo, ma il comune di Ravenna rinuncia: «Troppe spese»

Ravenna

Non capita spesso che un Comune rinunci a una donazione. E ancor meno quando si tratta di quadri e incisioni destinati a un museo civico. Ma è quanto ha deciso la Giunta, che nei giorni scorsi ha deliberato la rinuncia al legato testamentario lasciato da un’anziana donna morta a Bologna nell’ottobre 2023.

Nel suo testamento, la signora aveva indicato il Mar, Museo d’Arte di Ravenna, come destinatario di una piccola collezione di 24 opere tra dipinti, pastelli e incisioni di artisti romagnoli attivi tra Ottocento e Novecento, tra cui Domenico Miserocchi, Vittorio Guaccimanni e Augusto Maiani. Le opere avrebbero dovuto costituire una collezione a nome della donna e di un suo parente, ma solo a condizione che il museo le accogliesse entro tre anni dal decesso della testatrice.

Dopo un’attenta valutazione, tuttavia, il Comune ha deciso di non accettare il lascito. Le motivazioni, spiegano da Palazzo Merlato, sono principalmente tre: il patrimonio artistico comunale è già ricco di opere degli stessi autori, i costi di restauro e conservazione sarebbero troppo alti rispetto al valore aggiunto per le collezioni e infine la vicenda ereditaria è oggi oggetto di contenzioso legale.

La relazione tecnica del Museo parla chiaro. Le opere, visionate solo in fotografia, mostrano «segni di degrado cartaceo e depositi di polveri», condizioni che renderebbero necessarie «onerose operazioni conservative e di pulitura». Non solo: gli autori citati «risultano già ampiamente rappresentati nell’attuale patrimonio museale, con particolare riferimento alle opere di Vittorio Guaccimanni».

Di fronte a un simile quadro, la Giunta ha ritenuto «opportuno formalizzare la rinuncia al legato testamentario, al fine di prevenire l’insorgere di contenziosi e in considerazione della mancanza di un effettivo interesse pubblico, culturale e patrimoniale».

C’è anche un aspetto pratico: nel marzo 2025 il Tribunale di Bologna ha notificato al museo l’atto di citazione promosso dagli eredi della donna, che contestano la validità del testamento. Pochi mesi dopo, la Camera di Commercio di Bologna ha convocato le parti per una procedura di mediazione. Accettare la donazione, in questo contesto, avrebbe significato entrare in una causa legale con potenziali spese a carico del Comune.

Per evitare problemi e costi, la Giunta ha quindi scelto la via più prudente. «Si ritiene che dal presente atto non deriveranno costi a carico del bilancio comunale», si legge nella delibera, che è stata dichiarata immediatamente eseguibile per consentire una rapida comunicazione all’Ufficio di Mediazione di Bologna.

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