La Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna investe oltre 6 milioni

Ravenna
  • 29 ottobre 2025

BOLOGNA. La Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna non si tira indietro. E dopo aver avviato una serie di attività sulla crisi climatica e i suoi impatti sul territorio, nel 2026 intende affrontare un’altra emergenza sociale, quella della casa. “Stiamo riflettendo per capire come essere utili. Il tema è complicato e ampio. Il fenomeno è critico, riguarda l’Europa, tuttavia nel nostro campo specifico, naturalmente nel territorio che noi copriamo, vogliamo essere di stimolo e di supporto per costruire un mosaico di interventi che siano molteplici e integrati fra loro”, anticipa il presidente, Pierluigi Stefanini, a margine della conferenza stampa di presentazione del piano programmatico per il 2026 di via Donzelle, che prevede erogazioni per 6,4 milioni di euro, in linea con quanto fatto negli scorsi anni. “Noi, direttamente, non abbiamo la possibilità di un intervento materiale, ma abbiamo promosso una ricerca sulla condizione abitativa degli anziani, che ci mostra che c’è spazio per prevedere soluzioni di co-housing o collaborazione tra le generazioni”, spiega Stefanini. Insomma, la Fondazione vuole provare a dare anche sul tema casa un contributo in termini di riflessione e progettazione, come è stato fatto per il dissesto idrogeologico e i cambiamenti climatici. Un esempio? “A settembre abbiamo dato un contributo per studiare una soluzione per la frana di San Benedetto, un intervento ha consentito di elaborare progetto che permette al Comune di accedere al bando del commissario”, racconta il numero uno della Fondazione del Monte.

“Lavoreremo sui temi della cura del territorio: qui si apre un capitolo importante per la Città metropolitana e che è il piano strategico che verrà elaborato durante il prossimo anno. Noi vorremmo dare un aiuto e un supporto, in particolare per studiare i piani di adattamento alla crisi climatica”, conferma.

La Fondazione, più generale, proseguirà il lavoro avviato negli scorsi anni sul fronte del welfare, della cultura e della ricerca. “Cerchiamo di consolidare e innovare. I valori ai quali ci ispiriamo, democrazia, pace, libertà, giustizia, devono accompagnarci ogni giorno ed essere costantemente praticati.

Questi principi sono anche alla base del nostro impegno verso l’Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile, documento strategico che abbiamo adottato come bussola della nostra azione”, conferma Stefanini. La Fondazione, dunque, destina per il 2026 6,4 milioni all’attività erogativa, con un 10% delle risorse destinate al territorio di Lugo e dei Comuni della Bassa Romagna dopo l’incorporazione della Fondazione Cassa di Risparmio e Banca del Monte di Lugo. Al centro dell’attività di via Donzelle, adolescenti, giovani, anziani, donne e nuove comunità.

E se ai giovani (con il sostegno a percorsi formativi, universitari e creativi, oltre che in iniziative di volontariato e inclusione) è riservata particolare attenzione, anche le fragilità dell’Appennino e delle aree interne restano in cima all’agenda di via Donzelle. Sempre nell’ambito del settore Sviluppo locale, la Fondazione sta impostando un intervento complesso, condiviso con i principali attori locali, per aumentare le competenze digitali e i processi industriali basati sulle nuove tecnologie nelle piccole e medie imprese.

Nel corso del 2026 saranno pubblicati cinque nuovi bandi in grado di coprire i macroambiti ‘sociale’, ‘cultura’ e ‘ricerca scientifica’. “Vogliamo rafforzare l’impegno su giovani. Per questo presenteremo un bando sulle residenze artistiche. Tra le le novità un bando dedicato alla parità genere, che sarà presentato il 25 novembre, nella giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, annuncia Stefanini. Nel 2026, oltre agli specifici contributi provenienti da istituzioni e associazioni del territorio, una consistente porzione di fondi sarà destinata a progetti trasversali negli ambiti prioritari: la longevità, gli adolescenti, il percorso di fusione con la Fondazione di Lugo, il sostegno al corso di laurea in Medicina a Ravenna, la programmazione dell’Oratorio San Filippo neri e le mostre in via Donzelle. “Le erogazioni per il 2026 sono in linea con il 2025. I nostri investimenti devono essere prudenti, ma la capacità dei rendimenti è adeguata a sostenere l’attività erogativa”, assicura il presidente, che, sulla scorta dell’impostazione data dall’Acri, è convinto che le Fondazioni debbano avere “un ruolo trainante nei processi” di trasformazione dei territori. “Siamo indipendenti e autonomi.

Stiamo facendo uno sforzo per aumentare la nostra capacità di lettura dei problemi del territorio, come dimostra il protocollo sottoscritto con il Foreum del Terzo settore”, conclude.

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