L’alluvione a Faenza finisce davanti al Tar. Per i campi allagati, agricoltore fa causa al Comune

«Improcedibile»: Il Tar di Bologna si è espresso in questi termini sul ricorso presentato contro il Comune di Faenza dall’imprenditore agricolo Edoardo Dalmonte, proprietario dei terreni tra via San Martino e via Cimatti rimasti sommersi nelle alluvioni di maggio 2023. Il tribunale amministrativo lascia tuttavia aperto uno spiraglio che potrebbe portare a una nuova causa «in debita sede». Al centro del ricorso formalizzato dagli avvocati Alberto Gamberini e Francesco Tirapani c’erano le opere emergenziali fatte realizzare dal Comune «al fine di salvaguardare l’incolumità pubblica»: in particolare un argine eretto in prima battuta «nei giorni immediatamente successivi al 2 maggio a tutela delle abitazioni» dell’area del Borgo duramente colpita dal primo disastro. La barriera venne distrutta dalla furia del fiume per essere ripristinata nei giorni successivi, prevedendo inoltre la «chiusura dello scolo interrato nell’angolo sud-est del terreno di proprietà del ricorrente». In tale contesto si situa la richiesta dell’imprenditore agricolo, che lamenta un danno superiore ai 450mila euro. «Ad oggi i terreni del ricorrente risultano interclusi oltre che fortemente danneggiati», si legge poi nel passaggio della sentenza che riassume i termini del ricorso, e alla luce di ciò le barriere realizzate, «unitamente alla chiusura dello scolo interrato nell’angolo sud-est del terreno, non consentendo alcun deflusso delle acque, causano costanti allagamenti anche a fronte di deboli eventi piovosi». Non solo, perché anche la misura d’emergenza in sé sarebbe risultata praticamente inutile per i fini che si poneva il Comune: ad affermarlo c’è anche un documento prodotto agli atti, «la relazione del dottore agronomo Giovanni Gualtieri, giudice onorario della sezione agraria del Tribunale di Ravenna». In sostanza, nell’atto si sostiene che «le opere realizzate in forza dell’ordinanza sindacale sul terreno del ricorrente sono risultate prive di alcun effetto contenitivo dell’alluvione del 16 maggio 2023».

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